Conte apre alla Cina per la “Belt & Road”
ROMA – “L’Italia e la Cina firmeranno l’annunciato accordo-quadro sulla nuova “Via della Seta” entro la fine del mese, nel corso della visita del presidente Xi Jinping al governo italiano.
La notizia, ufficializzata nei giorni scorsi dal premier Giuseppe Conte, chiude formalmente il lungo dibattito sull’opportunità o meno del nostro paese – così come dell’Europa – a impegnarsi malgrado i tanti “caveat” degli Usa e di alcuni dei paesi europei. Secondo il governo italiano l’accordo consente di cogliere opportunità storiche di grandi investimenti sui sistemi logistici, con strade, porti, ferrovie, reti di comunicazioni avanzate. Rimangono però molti dubbi tanto che lo stesso Dipartimento di Stato italiano ha invitato il governo a “vigilare” su quelli che sarebbero “standard e principi economici opachi” della proposta cinese. Euractiv, sito specializzato, ha anticipato le proposte che porterà a Roma Xi Jinping: investimenti sul porto di Trieste e co-finanziamenti su strade, ferrovie, ponti, aeroporti, energia e telecomunicazioni. Da capire come sarà la “governance” dove le risorse cinesi saranno pesanti.
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Il dibattito ovviamente continua ad essere acceso. “Non è il porto di Trieste il cavallo di Troia di cui i cinesi hanno bisogno per entrare in Italia, esercitare la loro influenza sul nostro Paese e da qui aprirsi la strada in Europa. Quello che deve essere più chiaro è l’indirizzo politico strategico del Governo italiano, all’interno del quale Trieste è un tassello importante e molto peculiare ma non certo l’unico”. Lo ha detto la deputata del Pd Debora Serracchiani, intervenendo nel dibattito seguito all’annuncio della firma del memorandum Italia-Cina per l’adesione al progetto One Belt one Road.
Per Serracchiani “il problema non sono gli investimenti cinesi a Trieste e in Italia, ma la cornice entro cui il Governo intende gestire la partita dei rapporti economici internazionali. È azzardato uscire da un perimetro di sicurezza, che è quello tracciato dalle regole e dagli standard dell’Unione europea e dal sistema delle alleanze di cui l’Italia fa parte. In questo sistema, i dati e le comunicazioni rappresentano ovviamente un aspetto rilevante e molto sensibile”.
“Migliorare le relazioni economiche con la Cina è stata una linea guida del Governo di centrosinistra, con i porti di Trieste e Genova in prima fila – ha concluso l’onorevole Serracchiani” – e siamo ancora convinti dell’opportunità della proposta. Il quadro è invece meno chiaro a un livello più largo di politica estera nazionale; ma questa è la caratteristica ambiguità che marchia il Governo gialloverde.
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