Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

300 anni e sempre più attuale

TRIESTE – Nei giorni in cui si festeggiano i 300 anni dell’istituzione da parte dell’Imperatore Carlo VI del Porto Franco di Trieste gli accordi siglati sul ferroviario rivestono una particolare valenza, sia dal punto di vista operativo, sia in ottica strategica.
Sotto il profilo operativo, infatti, il traffico ferroviario destinato ai mercati austriaci, ungheresi, cechi e slovacchi negli ultimi anni si è intensificato notevolmente, come testimoniano i dati relativi al servizio su Budapest. Nato nel 2015 con una coppia di treni a settimana in transito dallo scalo giuliano alla capitale ungherese, nel 2019 il servizio ha raggiunto una programmazione di 20 coppie di treni settimanali. La necessità di sempre maggiori e più efficienti collegamenti intermodali sui mercati di riferimento del Centro-est Europa ha inoltre portato a una intensificazione delle attività con Rail Cargo Austria, il più importante operatore ferroviario del porto, che ha movimentato nel 2018 quasi 3000 treni da e per le varie destinazioni. A ciò si aggiungono l’evoluzione degli scenari geopolitici, l’attuazione del Piano Regolatore del Porto e la crescita della domanda di mercato: ingredienti che giustificano la volontà del Porto di Trieste da un lato e delle società ferroviarie dall’altro di implementare i servizi già esistenti e di ipotizzare per il futuro la creazione di nuove connessioni, data l’ampia capacità ferroviaria, il revamping della Stazione di Campo Marzio e la prossima riapertura di Aquilinia. Inoltre, la firma dei due memorandum of understanding contribuirà ad accrescere le attività e il ruolo operativo di Adriafer, società controllata Autorità di Sistema che svolge servizio di manovra ferroviaria all’interno dell’ambito portuale.[hidepost]
Sotto il profilo strategico i memorandum favoriranno nuove azioni a supporto dell’attività marittima nei vari inland terminal di riferimento – come il Trieste Fernetti, l’Interporto di Cervignano del Friuli, quello austriaco di Fürnitz e gli ungheresi Budapest – Mahart e Bilk – consentendo l’ingresso nelle compagini azionarie delle rispettive realtà e così favorendo investimenti nelle attività di interesse. È già stato avviato, inoltre, lo studio di soluzioni di corridoio doganale, anche ferroviario, che permetteranno di abbattere notevolmente il tempo di attesa della merce all’interno delle aree portuali.
A conclusione della firma dei memorandum, per celebrare il trecentesimo anniversario dell’istituzione del Porto Franco di Trieste, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale Zeno D’Agostino e il presidente dell’Associazione Italia-Austria FVG Aldo Scagnol, hanno apposto nell’ingresso storico della Torre Lloyd una targa commemorativa, donata dall’Associazione Italia-Austria.

[/hidepost]

Pubblicato il
23 Marzo 2019

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio