L’interporto riparte “pulito”

Nella foto (da sx): Bino Fulceri e Guido Rocco Nastasi.
GUASTICCE – Per chi ha seguito la storia dell’interporto Vespucci, nato in una palude solo come compensazione di Stato per la chiusura di una grande industria di carpenteria metallica, le notizie di questi giorni sembrano uscite da un altro pianeta. “Abbiamo raddrizzato barca” ha detto in pre-conferenza stampa il presidente della Spa Guido Rocco Nastasi. E Bino Fulceri: “Adesso galleggiamo con molta più serenità”.
Non si può dar loro torto per la (controllata) euforia. Sintetizziamo i perché. Il primo è l’attivo di bilancio con cui si è chiuso il 2008. Non sono tanto i 3,3 milioni di utile approvati nell’assemblea del 12 marzo a fare la differenza ma il risultato consente finalmente di attivare i protocolli con l’Autorità di sistema portuale per un suo a lungo atteso aumento di quote. Inoltre la Regione acquisterà, grazie a una legge in via di approvazione a Firenze entro giugno, due importanti impianti del Vespucci, pari a 23,8 milioni. Saranno così rimborsate le banche e potrà partire – liberata la Regione dall’essere responsabile con le banche – l’operazione retroporto con l’AdSP.
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I vertici del Vespucci hanno snocciolato in un incontro con la stampa iniziative, contratti e impegni che stanno facendo dell’interporto un vero retroporto a servizio dell’intero sistema Livorno-Piombino. Il 29 ci sarà l’ultima conferenza di servizi per far partire i primi, sospirati lavori dello “scavalco” ferroviario tra porto e retroporto. Si aspettano gli ultimi placet del MIT, che nel precedente governo si era impegnato per 2,5 milioni su un totale di 24, in buona parte sottoscritti sia da RFI che dalla Regione. Se il MIT dovesse perseverare nel blocco delle opere pubbliche, la Regione si farà carico anche della sua quota, vista l’importanza del collegamento ferroviario per la logististica d’area. RFI, ovvero Rete Ferrovie, ha anche presentato nei giorni scorsi il progetto per il collegamento diretto su ferro con la rete nazionale cargo, scavalcando il nodo di Pisa. Vale 255 milioni e aprirà l’area ai raccordi delle reti europee.
Ancora ieri c’è stato l’accordo con l’ATI farmaceutica per l’“hub” dei medicinali: 100 mila metri quadri, 30 mila dei quali coperti, e circa 200 posti di lavoro a regime. Nasce a breve un “truck village” con parcheggi da 20 mila mq, servizi e assistenza per i tir. Sta per arrivare, grazie a un accordo con TIM, la banda larga che metterà in rete i porti di Livorno e Piombino con il Vespucci. Sul piano dell’autosufficienza energetica, parte uno studio per aumentare le quote “green”. Ed è già partita la potabilizzazione delle acque di drenaggio che rende il Vespucci autosufficiente. Altri impegni sono per l’aggiornamento del piano industriale, la vendita alla Giorgio Gori – partecipata da DHL – di altri 70 mila metri quadri per un nuovo capannone e l’affidamento a una società internazionale di un progetto di riutilizzo dello scheletro dell’ex hotel, mai completato. C’è veramente da fare un sospiro di sollievo per il prossimo futuro di quello che fu definito un “pantano”.
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