Microtunnel: riparte il “porto dei miracoli”

Nella foto: Una MSC in uscita dall’avamporto di Livorno, con carico chiaramente ridotto.
LIVORNO – La filosofia speculativa sosterrà pure l’“Elogio della lentezza” (Carl Honorè) ma come è stato più volte rilevato le leggi dell’economia vanno in direzione opposta. Così è per molti dei moltissimi problemi aperti sul porto labronico, per far sì che il suo rilancio diventi realtà operativa.
Un piccolo passo in questo senso è avvenuto nei giorni scorsi, con lo sblocco – sembra finalmente definitivo – dei lavori per il microtunnel nella strettoia dell’accesso alla Darsena Toscana e al canale industriale. Lavori sospesi ormai da quasi un anno per l’inatteso allagamento del “pozzo” sul Magnale, punto futuro di arrivo del microtunnel. Ci sono voluti mesi e mesi per ricontrattare con l’impresa il supplemento di lavori. Nel frattempo si è lavorato per allargare la strettoia, puntando a 70 metri utili con fondale a 12,50 metri: il necessario per far entrare le post-Panamax di MSC e delle altre compagnie, senza costringerle ad arrivare semivuote. Per MSC, che ha investito nel Lorenzini e continua a puntare su Livorno, è indispensabile fare presto, per la sua sfida mondiale in atto dal Mediterraneo al resto delle sue rotte.
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È una guerra allo sfinimento. Per vincere la quale i due terminalisti dei containers della Darsena Toscana, TDT e Lorenzini & C. hanno anche investito notevoli risorse a supporto dell’Authority. Secondo il comandante del porto ammiraglio Tarzia, il “porto dei miracoli” – come lo ha definito un anno fa – ne è uscito un pò acciaccato, ma con la ripresa dei lavori per il microtunnel potrà rispettare i suoi impegni. In attesa di capire se l’altra grande sfida, quella della Piattaforma Europa, rimarrà una realtà o sarà destinata a un mesto tramonto.
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