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Professioni logistiche 4.0 e la legalità negli appalti

Andrea Gentile

MILANO – Ha centrato molti temi importanti ed attuali l’intervento di Andrea Gentile, presidente di Assologistica alla presentazione dei risultati della Ricerca 2019 dell’Osservatorio promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano.

Dopo tanto parlare – ha premesso Gentile – anche il nostro settore è entrato a pieno diritto e, lentamente, ma inesorabilmente, a regime nell’era del “4.0”. E logistica 4.0 altro non è che l’applicazione al mondo della supply chain di paradigmi che sono propri dell’Industry 4.0, traducendosi di fatto in inediti sistemi di stoccaggio, movimentazione e trasporto, di alcuni dei quali sentirete parlare diffusamente anche nel corso di questo importante consesso.

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Tra i principali effetti di segno positivo delle tecnologie 4.0 applicate alla logistica vi è in primo luogo la possibilità di integrare diversi sistemi lungo l’intera catena di fornitura, con significativi impatti migliorativi in fatto di produttività, tracciabilità e sicurezza.

Fin qui tutto bene, tutto positivo per il futuro del nostro settore. Ma quali sono le criticità che la logistica 4.0 porta con sé? Oltre che connesse agli investimenti economici e alla complessità di comunicazione tra differenti sistemi informativi, tali criticità vanno ricercate anche nella carenza di competenze professionali adeguate al nuovo paradigma produttivo-distributivo.

E quindi entriamo in un ambito, quello delle risorse umane, le cui implicazioni sono di notevole importanza – dal momento che l’avvento della digitalizzazione e di inedite tecnologie, l’evoluzione del mercato e della domanda, senza scordare l’incidenza di fenomeni quali l’e-commerce e l’imporsi di nuovi modelli di business – stanno portando a mutamenti, in molti casi epocali, delle attività professionali logistiche.

Mutamenti di cui si dovrà tenere conto anche in ambito sindacale e nelle trattative, da poco riapertesi, per il rinnovo del CCNL Logistica, Trasporto Merci e Spedizione in scadenza il 31 dicembre 2019. Trattative che vedono coinvolte, oltre alle organizzazioni sindacali, ben 24 sigle datoriali e nel corso delle quali sarà compito dell’Associazione che presiedo di porre al centro della discussione anche le tematiche e le implicazioni giuslavoristiche emergenti in tema di logistica (e quindi occupazione) 4.0.

Sul totale dei ruoli analizzati dall’indagine il 34% di tali ruoli risulta in crescita, il 17% in declino (principalmente per quel che riguarda le aree Amministrazione e Servizi Generali), mentre il restante 49% rimane stabile. Al primo posto per oltre il 50% di professioni in crescita di importanza si trova la funzione Engineering, seguita da quelle Sales e IT; a seguire, con il 50% dei ruoli in ascesa le funzioni HR, Customer Service, Acquisti, Dogana e Gestione Asset.

Nonostante il personale non qualificato rappresenti la maggior parte dei lavoratori del settore, secondo il rapporto PoliS-Lombardia crescono tuttavia gli occupati laureati (+55% nel periodo 2016-2018), anche se rappresentano solo il 9,5%, contro il 23,8% del mercato del lavoro lombardo nel suo insieme. “Questo segnale seppure ancora debole – si legge nel rapporto – sembra comunque testimoniare un innalzamento di funzioni qualificate connesse alle trasformazioni in atto nel comparto e, in particolare, all’espansione di mansioni legate alla digitalizzazione dei servizi di supporto ai trasporti”.

Vorrei ora passare a un altro tema caro all’Associazione che sono onorato di presiedere e sul quale già da anni Assologistica chiede ai legislatori maggiore attenzione, ovvero il tema della legalità nei contratti di appalto logistico, presupposto fondamentale per una sana e corretta competitività nel nostro settore.

Sono vari i punti che Assologistica intende portare avanti sull’argomento. Ovvero:

Punto 1) Affermazione del principio di reciprocità: tutte le componenti del sistema (committenti, operatori logistici, cooperative, consorzi, lavoratori, sindacati, organi ispettivi del lavoro e dell’erario, forze dell’ordine) devono essere in egual misura coinvolte responsabilmente nel “patto” di legalità.

Punto 2) Tale “patto” non può prevedere discriminazioni territoriali o di dimensione aziendale.

Punto 3) Devono essere preservati i principi di libertà e di segretezza del know-how aziendale, pur in un regime di trasparenza nella gestione e assegnazione degli appalti.

Punto 4) Estendere a tutta Italia, partendo dalla Lombardia, la best practice implementata in Emilia Romagna del cruscotto di affidabilità delle coop (con indicatori quali numero di anni da cui essa è attiva, patrimonializzazione, trend di fatturato e dipendenti, DURC, eventuali protesti dei soci ecc.) da cui potrebbe derivare un Rating, la cui introduzione anche legislativa è stata chiesta con forza dalla nostra Associazione già dal lontano 2016.

Punto 5) Impegno delle parti sociali nello sviluppare e inserire in CCNL un protocollo condiviso di controlli delle cooperative ai sensi della responsabilità in solido.

Punto 6) Estendere la sottoscrizione degli accordi di legalità non solo alle associazioni datoriali ma anche alle Centrali cooperative.

Punto 7) Chiedere con forza che gli organismi deputati, Ispettorati del Lavoro e Guardia di Finanza, effettuino stabilmente il controllo della regolarità delle cooperative.

Punto 8) Evitare di ribaltare su aziende, committenti e cooperative l’onere del controllo che spetta ad organismi legalmente preposti.

Punto 9) Creare un efficace e rapido canale di segnalazione al ministero del Lavoro di cooperative che non aderiscano alle Centrali cooperative, in modo che diventino prioritarie nelle verifiche degli Enti ispettivi.

Punto 10) Informatizzare la trasmissione automatica agli Enti ispettivi della comunicazione di chiusura di cooperative nate da meno di tre anni.

Punto 11) Informatizzare la possibilità per gli Enti ispettivi di incrociare informazioni di una stessa persona fisica, la quale sia rappresentante legale di diverse cooperative che si succedono negli anni con la chiusura delle precedenti.

Punto 12) Promuovere gli accordi di legalità presso le Prefetture e che coinvolgano non solo le aziende che spontaneamente decidono di partecipare, ma anche tutte le associazioni datoriali. Non serve invece coinvolgere le Procure della Repubblica.

Punto 13) Protocollo per le forze dell’ordine per dare attuazione all’art. 23 del D.L. Sicurezza (circolare Prefetto Piantedosi) che obblighi all’intervento urgente in caso di blocchi illegali, violenti e prolungati.

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Pubblicato il
30 Novembre 2019

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