Al Terminal MDC di Carrara super il primo anno d’attività

Michele Giromini
MARINA DI CARRARA – Nel 2019 il Terminal MDC del Gruppo Perioli ha chiuso il suo primo intero anno di attività e guarda avanti. A inizio 2020 facciamo il punto della situazione e degli obiettivi futuri con Michele Giromini, socio e amministratore delegato del Gruppo di La Spezia che, nell’agosto 2018, con MDC ha iniziato l’attività terminalistica nel porto toscano completando così il cerchio delle sue attività in un sistema di servizi che lo vedono armatore, agente marittimo, spedizioniere, anche doganale, e impresa logistica a tutto tondo.
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Dottor Giromini, come è andato il primo anno di attività del Terminal MDC?
Abbiamo raggiunto quelle che erano le aspettative. Tra l’altro quando si inizia una nuova attività si mette in conto un periodo di rodaggio e devo dire che questo per noi è durato molto poco: siamo subito partiti con una quantità di volumi importante in relazione alla dimensione del nostro terminal e le nostre buone performance hanno dimostrato l’efficienza del nostro sistema operativo.
Nella parte centrale del 2019 abbiamo avuto una moderata flessione dovuta alla riduzione dei traffici in Italia in generale, e nel Nord Africa in particolare, mentre ora stiamo assistendo ad una ripresa con un recupero di traffici e volumi. E ci fa piacere constatare che – nonostante un solo anno di attività alle spalle – siamo preparati a gestire questo aumento dei volumi di traffico in maniera efficiente e positiva per i nostri clienti.
Quali merci vengono trattate in prevalenza e cosa prevedete per il 2020?
Il Terminal MDC si caratterizza per essere un classico multi purpose; abbiamo contenitori – sempre più importanti nel traffico delle merci – ma anche impiantistica, general cargo, marmo, granulato, acciaio, coin, tubi: in pratica tutto ciò che è legato all’equipment. I nostri mercati di riferimento sono principalmente il bacino del Mediterraneo e i mercati del Nord Africa. Accogliamo navi di medie dimensioni, ma che servono con efficienza tutto il bacino mediterraneo.
Chiudiamo il 2019 con traffici in notevole crescita e ci auguriamo che il 2020 sia un anno importante dal punto di vista dei volumi; soprattutto per il Nord Africa ci sono segnali di ripresa positivi. Anche il nostro mercato con l’Algeria – normalmente caratterizzato da ciclicità – in questa fase sta dimostrando una crescita ed un interesse per i nostri servizi che ci fa ben sperare per il prossimo anno.
Ed i vostri obiettivi?
Lavoriamo per essere pronti a gestire tutti i nuovi potenziali traffici, crescere rispetto al 2019 ed essere sempre più efficienti. Le navi che vengono da noi devono poter lavorare in tempi sempre più veloci per poter altrettanto velocemente lasciare lo scalo così che si possa creare sempre più benessere nel porto di Carrara e nel territorio, che credo ne abbia bisogno. Per questo auspichiamo che si realizzi in tempi brevi il progetto infrastrutturale previsto dal documento di pianificazione strategica tra autorità portuali e comune, già approvato, che porterà maggiori spazi e maggiori possibilità di crescita anche al porto commerciale.
Come interpreta la decisione del governo di aumentare l’aliquota Ires del 3,5% ai concessionari portuali?
Mi sembra una decisione assurda di cui non riesco a capire le motivazioni. I terminal in generale, soprattutto quelli di grandi dimensioni, si caratterizzano rispetto alle industrie classiche per avere capital intensive e labour intensive. Sono perciò aziende industriali di servizi che devono fare grandi investimenti in equipment, in attrezzature e nella manodopera; quest’ultima peraltro rappresenta per tali aziende uno dei costi più importanti in termini percentuali. Penalizzando dal punto di vista fiscale aziende con queste caratteristiche non si incentiva un settore – come è quello della logistica – che invece in Italia dà tanto lavoro e tante opportunità.
A questo proposito: nei vostri piani c’era anche l’assunzione di nuovo personale.
Sia le prime persone che abbiamo assunto, che erano precedentemente nella Porto di Carrara, sia le altre che hanno seguito il piano di formazione che abbiamo portato avanti insieme alla Regione Toscana, sono di un livello qualitativo – professionale ed umano – davvero molto elevato. Questo ci ha spinto ad assumere tutte le persone che avevano seguito il corso e quindi ad avere un numero di addetti maggiore rispetto a quello previsto nel piano industriale.
Ritengo che il fattore umano, assieme all’organizzazione del lavoro, sia un elemento cruciale e strategico per il successo di un terminal e da questo punto di vista sono davvero oltremodo soddisfatto.
Il terminal – guidato dal dottor Andrea Scarparo – ha puntato subito verso determinati parametri di efficienza e di qualità del lavoro ottenendo miglioramenti importanti: nello scorso novembre, a poco più di un anno di attività, aveva già conseguito tutte le certificazioni di qualità, ambiente e sicurezza.
Sulla base della vostra esperienza ritenete valida l’integrazione di Marina di Carrara nel sistema portuale Ligure Orientale?
L’integrazione delle due Authority Marina di Carrara e La Spezia procede bene, con risultati oggettivi, e vorremmo che si rafforzasse sempre di più attraverso una maggiore unione su tutta una serie di servizi portuali fra i due scali. Per sviluppare i traffici faremo la nostra parte al meglio delle nostre possibilità consapevoli che l’Autorità di sistema crede in Marina di Carrara; questo per noi è importante e positivo.
Cinzia Garofoli
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