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La ferrovia come asset strategico nella visione dell’Europa competitiva

Irene Pivetti

MILANO – Il grande piano dell’Unione Europea per la connessione ideale su ferrovia, con tutte le ricadute sulla logistica non solo del nostro continente, ha tenuto banco nella due giorni di Milano. Del convegno e delle relazioni ne riferiamo anche con altri articoli.

Significativo tra i tanti temi quello dell’intervento di Irene Pivetti, presidente Assofer. Che ha voluto analizzare anche le probabili ricadute dell’attuale pandemia cinese con il ritorno in discussione di tutto il settore logistico. Secondo la presidente, nei prossimi dieci anni il mondo della logistica – soprattutto nel ferroviario – cambierà molto. Le indicazioni di questi giorni del governo di Pechino ai retailer, ossia ai gestori dei punti vendita, puntano già a una maggiore programmazione dell’economia con una revisione delle importazioni e delle esportazioni che obbligherà anche l’Italia a rivedere totalmente l’attuale modello di trading. Saranno privilegiati, secondo la Pivetti, i beni primari rispetto a quelli di lusso; e soprattutto saranno i meccanismi di accesso al sistema a cambiare. In questi giorni ad esempio la Cina sta drenando da tutta l’Europa, via ferrovia, medical equipment (mascherine etc.) con una richiesta rigorosa di prodotti di qualità certificata. Nell’ipotesi che questo genere di richiesta arrivi al livello del retail di piccolo taglio, l’Europa – e sarebbe bello pensare all’Italia, ha detto la presidente di Assofer, come paese leader europeo -, dovrà fare un enorme sforzo di standardizzazione.

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I temi determinanti sono dunque la standardizzazione normativa e la capacità di essere “negoziali”. Standardizzazione e certificazione in ogni ambito, quindi anche nel sistema del trasporto. In pratica si tratta di immaginare  una versione ingigantita di quanto sta accadendo nell’area geografica del sistema europeo, anche in relazione alle aree extra UE che vi sono comprese. Importante sarà anche l’aspetto finanziario del sistema dei pagamenti.

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La presidente Pivetti ha parlato poi della via della Seta e delle azioni necessarie per reggere la sfida della competizione. Oltre all’esigenza di ridiscutere il tema dei corridoi europei, Assofer guarda all’intero territorio nazionale; e per questo sta promuovendo tavoli tecnici dal Nord al Sud dell’Italia per esaminare i contesti in cui esista volontà politica e disponibilità ad investire degli operatori, con interventi economici contenuti – in alcuni casi anche modestissimi – si possono ottenere grandi risultati e liberare risorse logistiche. Un esempio calzante è quello di Livorno – ha detto – dove con un investimento di circa 1 milione di euro, già programmato, sarà possibile collegare la ferrovia alle banchine. Un altro importante esempio è Taranto dove fra pochi mesi con Yilport riprenderanno le attività portuali. Taranto è ben collegata con Bari; e Bari lo è con Bologna sul piano ferroviario. La dorsale oggi raggiunge Bari ma non Taranto. Il raccordo servirà il versante jonico e quindi anche la Basilicata: un investimento ragionato su quel territorio può perciò significare un rilancio del comparto del mobile e una rivalorizzazione del comparto alimentare che è presente con agrifood importante e di qualità. Tutto ciò consente di riportare lavoro in quell’area, oggi in crisi.

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Si può dire dunque – ha sottolineato Irene Pivetti – che il ferro è un pezzo fondamentale del sistema industriale, il nastro trasportatore dell’industria. E Taranto è uno di una lunga lista di tavoli programmati che parte da Gorizia e lungo tutt’Italia arriva alla Sicilia.

“Noi, come tutte le associazioni, abbiamo il compito di pensare come aiutare lo sviluppo – ha detto la presidente Pivetti in conclusione di intervento – e nel rappresentare gli interessi delle nostre aziende siamo chiamati a indicare alla politica contenuti precisi sui quali esercitare la sua capacità programmatoria: al servizio dell’Italia, dell’Europa e, data l’attualità, anche della via della Seta.”

Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
5 Febbraio 2020

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