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Conftrasporto e limitazioni al Brennero

ROMA – Limitazioni al Brennero per i mezzi pesanti: “Il governo italiano non deve traccheggiare e limitarsi a fare dichiarazioni: siamo ostaggio dell’Austria da almeno 30 anni”. Per Confcommercio-Conftrasporto il problema, anche se l’Italia e la Germania ne subiscono più di altri paesi le conseguenze, dev’essere risolto dall’Europa. “In caso contrario si darebbe ragione a chi ne sostiene l’inutilità, e questo va evitato”, dichiara il vicepresidente della Confederazione Paolo Uggè.

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Che aggiunge: “I collegamenti in Europa devono essere affrontati come un ‘unicum’ al fine di rendere competitiva l’economia europea. Che questa fosse l’intenzione dei padri costituenti trova conferma nella scelta che, fin dal 1984, i commissari Van Miert e, successivamente, Loyola de Palacyo, portarono avanti e che ha prodotto la realizzazione delle Reti TEN-T”.

Ma come si è arrivati alla situazione dei contingentamenti sempre più ‘spinti’ imposti dall’Austria? A spiegarlo è ancora il vicepresidente di Confcommercio-Conftrasporto, che traccia la genesi di questo percorso. “Era il 1990 e in quei tempi il transito attraverso l’Austria era regolato da un sistema di autorizzazioni. Anche allora il ministro dei trasporti Steyer si inventò un sistema per contingentare il transito dei mezzi pesanti – ricorda Uggè – Dopo inutili tentativi di trovare un accordo, il risultato fu un blocco del confine messo in atto dagli autotrasportatori che durò 12 giorni e fu sospeso quando l’allora ministro dei Trasporti Carlo Bernini riuscì ad ottenere una moratoria che investì anche l’Unione Europea, anche se l’Austria non ne faceva ancora parte”.

“Nel tempo venne introdotto un sistema di eco punti basato sul tipo di automezzo – prosegue Uggè – Anche questo sistema, comunque venne giudicato non compatibile con il principio della libertà di circolazione. L’Austria che voleva entrare a far parte del mercato europeo dovette accettare di applicare quel principio, e il sistema degli eco punti fu soppresso, dopo trattative intense nel 2004, durante il semestre a guida italiana (quel trilogo venne presieduto da me, allora nelle vesti di Sottosegretario ai Trasporti)”.

“Oggi, facendo leva sul problema dell’inquinamento, una giustificazione smentita dai fatti, il tentativo si ripete – spiega Uggè – Quello che il governo austriaco persegue è di divenire il gestore della logistica stradale così come la Svizzera lo è diventata di quella ferroviaria. Con la differenza che la Svizzera non è parte dell’Europa, quindi stipula accordi commerciali con la UE e con i singoli Paesi. L’Austria, invece, se vuole godere dei benefici di essere parte della Comunità deve rispettare le regole”, conclude il vicepresidente di Confcommercio-Conftrasporto.

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Pubblicato il
22 Febbraio 2020

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