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Le eco-balle sempre più a rischio perché è bloccato il recupero

FOLLONICA – L’impegno della Guardia Costiera con i propri specialisti sub ha permesso di identificare ormai quasi tutte le eco-balle disseminate tre anni fa sui fondali della zona da una nave che le trasportava verso il mare Nero. Ma rimane il problema, creato dalla burocrazia romana, del loro recupero. L’ammiraglio Aurelio Caligiore, che è stato nominato commissario ad ACTA per il recupero, è stato bloccato quando aveva avviato le pratiche per individuare una impresa in grado di ripescare le balle. Con un assurdo delle nostre normative: l’Autorità a tutela della concorrenza ha obiettato che ci sia un conflitto d’interesse perché Caligiore è anche responsabile dell’ambiente marino al ministero. Uno scherzo? Tutt’altro: tanto che malgrado i solleciti dei comuni interessati, malgrado il continuo sfasciarsi delle balle in fondo la mare, malgrado il rischio che nel frattempo quelle individuate e segnalate possano cambiare posizione per le mareggiate, ancora niente si è mosso per i recuperi.

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Caligiore torna regolarmente ogni settimana in loco ed aggiorna la mappa delle eco-balle subacquee. Ma rimane aperto il tema del loro recupero. Trattandosi di materiale plastico compresso, che doveva servire ad alimentare un termovalorizzatore in Ucraina, le eco-balle non sono una minaccia diretta alla salute, ma lo stanno diventando in modo indiretto perché si frantumano con il tempo: e le microscopiche particelle di plastica che ne derivano entrano nel ciclo alimentare dei pesci, che a loro volta possono diventare “portatori di plastica” nei nostri piatti. Da qui un’urgenza di ripulire il mare che, come detto, ha trovato il più incredibile degli scoop.

A.F.

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Pubblicato il
11 Marzo 2020

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