Alitalia nazionalizzata
ROMA – “La nazionalizzazione ha soprattutto un aspetto positivo: consente ad Alitalia di uscire dal regime di commissariamento, che l’ha tenuta immobile per circa tre anni. Questo passo però non è sufficiente se non è accompagnato dal rilancio della compagnia”. Lo ha dichiarato Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl, in merito al decreto annunciato dal premier Conte, che prevede tra l’altro la nazionalizzazione di Alitalia.
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“Da tempo diciamo – ha proseguito nella sua nota Pellecchia – che il vettore ha bisogno di un piano industriale ambizioso, di una riorganizzazione dell’azienda, delle rotte, dell’offerta commerciale oltre che di strumenti adeguati per competere con le altre compagnie. Alitalia ha anche necessità di alleanze giuste a livello internazionale, ma ancora prima di un gruppo dirigente con esperienza in compagnie complesse e articolate quali è Alitalia che si collaca nel settore del trasporto aereo come compagnia premium, non certo nel low cost. Se non si farà questo cambiamento radicale, il rischio è che in un futuro non lontano ci troveremo punto e a capo nel solito circolo vizioso dell’Alitalia in crisi”.
Secondo il segretario generale Fit-Cisl: “L’emergenza coronavirus ha confermato che l’Italia ha bisogno di una compagnia di bandiera. In questo momento così difficile, mentre altri vettori internazionali hanno chiuso i collegamenti con il nostro Paese, Alitalia sta garantendo quasi da sola il rientro degli italiani da tutto il mondo. Avere una compagnia di riferimento è strategico per la sicurezza nazionale oltre che per la nostra economia. Quando questa fase orribile sarà finita, la ripresa economica sarà possibile solo con un sistema di trasporti forte e sano, di cui necessariamente Alitalia deve essere parte”.
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