Bertold Brecht e il paese degli eroi
LIVORNO – C’è anche chi ci fa sopra dello spirito: ma guarda, gli italiani sono diventati un popolo d’eroi, fino ad accettare persino di obbedire allo Stato! Però c’è poco da scherzare: a fronte di una minoranza di sciagurati, superficiali o cretini, la gente s’è chiusa in casa, evita di andarsene a spasso e ha riscoperto la solidarietà, il coraggio di aiutare gli altri e l’impegno sociale. Chi deve lavorare lavora. Pochi scappano. E così forse si abusa del termine “eroi”. Ma va bene così, mandando al diavolo quanto scriveva Bertold Brecht: “Beato il paese che non ha bisogno d’eroi”. Noi oggi invece ne abbiamo bisogno, fino a vantarcene se necessario.
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Scrivo queste poche righe a corredo della notizia, qui a fianco, che il gruppo armatoriale MSC ha messo a disposizione la nave “Splendid” come ospedale per la quarantena degli ammalati di Covid. Un ottimo esempio: che in tempi di blocco totale delle crociere potrebbe forse essere adottato anche in altri porti, dove maggiore è il bisogno per la saturazione degli ospedali. Costa, ma cos’è che non costa sacrifici di questi tempi?
Altro esempio importante: alla disperata chiamata dello Stato per reperire trecento medici da inviare in prima linea, hanno risposto in ottomila. Forse meno evidente al grosso pubblico ma altrettanto generoso è l’impegno degli autotrasportatori, dei marittimi, dei portuali, degli equipaggi dei rimorchiatori e delle pilotine, nelle agenzie e nelle case di spedizioni. Ne seguiamo tutti i giorni il lavoro, come quello delle forze dell’ordine in cielo, in terra e in mare. Sono a rischio come chi si ammazza senza orari negli ospedali e nella catena della Protezione Civile.
Brecht ci perdonerà: ma oggi abbiamo tutti bisogno di eroi. E se necessario, di respingere la paura e diventare noi stessi eroi.
A.F.
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