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Per quest’anno puoi sperare? Stessa spiaggia stesso mare…

LIVORNO – L’immagine qui sopra è vagamente shakespeariana: richiama un sogno d’una giornata di mezz’estate. E allora, lasciateci sognare, come cantava Toto Cotugno: magari invece che con la chitarra con la scopa in mano, simbolo che tutti gli autotrasportatori conoscono come portafortuna da viaggio; ma anche con tanto mare, tanto sole e tanti Vaffa al Covid-19.

La buona notizia, come avrete sentito alla TV e letto sui quotidiani, è che stanno riaprendo gli stabilimenti balneari: solo per la manutenzione e per prepararsi all’estate, ma è già un passo importante. Difficile credere che si possa arrivare all’assurdo di manutenzione, strutturazione e permessi di agibilità sanitaria per poi lasciar chiuso. O peggio ancora, per adottare la pazza proposta dei box di plexiglass per separare ombrellone da ombrellone.

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Dovremo, probabilmente, imparare regole nuove: come le distanze tra i lettini, il controllo delle tavolate sulla spiaggia, l’accesso ai bar. Non illudiamoci: il mondo è cambiato. E se anche con il vaccino che verrà saremo tutti un po’ più protetti, bisognerà imparare nuove abitudini. Ci adatteremo? Dovremo. Ce lo insegnano, se non facciamo finta di dimenticarlo, gli equipaggi di quelle navi che stanno mesi e mesi in navigazione, senza toccare un porto e senza avere un cambio. O nel loro piccolo, gli autotrasportatori che guidano da soli per giornate e notti, e fino a pochi anni fa – oggi sostituiti dall’elettronica – i guardiani dei fari. Che vuol dire? Vuol dire che l’uomo è l’animale più adattabile del mondo, basta dargli la giusta motivazione.

Noi oggi ce l’abbiamo: sopravvivere nel migliore dei mondi possibili. Non alla Pangloss del “Candide” di Voltaire, cioè accettando ogni male perché sarebbe il minore di quelli possibili, ma sforzandoci di riempire il bicchiere mezzo pieno.

La motivazione è anche economica: dal turismo, dalle nostre belle spiagge tirreniche e adriatiche, dai nostri porticcioli e dalle nostre isole, deriva una fetta importante del PIL italiano. Lo sappiamo, sono temi più che abusati. Ma sonora realtà: alla quale dobbiamo attaccarci per non perderci nei rimpianti di un mondo che, nelle piccole e grandi cose, è ormai alla fine del mondo.

A.F.

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Pubblicato il
22 Aprile 2020

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