Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

IRINI in Libia: davvero addio alle armi?

BRUXELLES – L’operazione IRINI della UNAVFORMED europea per il controllo dell’embargo sulle armi in Libia è partita da qualche giorno con la Marina Militare italiana che ne ha per sei mesi il comando, affidato all’ammiraglio Fabio Agostini dalla centrale di Roma. Ma al momento, sembra più una dimostrazione di buona volontà che un vero blocco navale. All’inizio solo la Francia ha mandato una fregata e un elicottero: da poco si è aggiunta l’Italia, con la messa a disposizione anche dei propri incursori; ma Germania, Polonia e la stessa Malta – la più interessata per territorio – stanno traccheggiando. La Grecia, che assumerà il comando dell’operazione tra sei mesi, è disponibile ma al momento osserva.

L’operazione dovrebbe fare osservare anche con le forze navali l’embargo disposto dalle Nazioni Unite sulla costa orientale della Libia ed è operativa con l’impegno anche dei gruppi di incursori italiani (nella foto d’archivio). Ma i tanti distinguo non aiutano. Da La Valletta il costante incremento della pressione migratoria sull’isola impone priorità a questo fenomeno perché Bruxelles non ha risposto alla richiesta di un ricollocamento in una soluzione a livello comunitario.

La ripresa escalation di violenza in Libia preoccupa l’UE e naturalmente l’Italia in primis. Ma le richieste da Bruxelles – affinché “tutte le parti agiscano in modo responsabile e che cessino immediatamente i combattimenti in tutta la Libia che stanno colpendo in primo luogo i civili – sembrano grida manzoniane, senza risultati pratici. Per l’UE non esiste altra alternativa che una soluzione politica per stabilizzare la regione e Bruxelles “esorta tutti gli Stati a cooperare con le Nazioni Unite nel processo politico”. Intanto si cerca di bloccare l’afflusso di supply da guerra sulla costa orientale: ma con poche navi e poca convinzione, l’addio alle armi sembra una chimera.

 

Pubblicato il
20 Maggio 2020
Ultima modifica
22 Maggio 2020 - ora: 10:28

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio