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A rilento l’“Italia veloce”

ROMA – Dobbiamo abituarci alle delusioni. Così per “Italia veloce”, il grande piano di rilancio delle infrastrutture e dei porti che il ministro Paola De Micheli aveva annunciato con grande enfasi alla vigilia degli “Stati generali”: e di cui invece si sono perse le tracce.

“Italia veloce” contiene – a quanto detto a suo tempo dal ministro – un elenco di interventi infrastrutturali per sbloccare l’Italia riducendo le lungaggini burocratiche che tengono spesso in stand by le opere con finanziamenti già stanziati.

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Dev’essere in sostanza un progetto per movimentare fino a 200 miliardi di euro di lavori, di cui 130 già stanziati, da realizzare entro 15 anni. Di questi, 4 miliardi riguardano opere nei porti, circa 50 per strade e autostrade, 20 per il trasporto rapido passeggeri comprese le metropolitane e 3,6 miliardi per gli aeroporti. Per i porti tuttavia si era – e si continua ad essere – sul vago, salvo le chiacchierate del ministro con i vari interlocutori locali ai quali ha sempre promesso qualcosa (si veda il recente incontro con il presidente della Camera di Commercio di Maremma e Tirreno sulla Darsena Europa). Delusione anche per Assoporti, che sperava di avere una specie di investimento ufficiale per avviare progetti concreti e condivisi sulle opere portuali.

Insomma: se questa sarebbe l’“Italia veloce”, ben venga l’elogio della lentezza ironizzato da Italo Calvino nelle sue lezioni americane.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
27 Giugno 2020
Ultima modifica
28 Giugno 2020 - ora: 10:34

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