LIBRI RICEVUTI – “Il mare svuotato. Quale futuro per l’Economia Blu?”
Non lasciamoci fuorviare da un titolo che pare il riassunto dei tanti, certo troppi e troppo generici, talk-show sull’ultima delle attualità, il verismo pseudo-ambientalista. Gli autori sono due professionisti, entrambi docenti, uno di chimica fisica all’Università di Firenze, l’altra dottore di ricerca sempre nello stesso settore: ed entrambi hanno un curriculum di tutto rispetto a livello europeo per pubblicazioni sulle risorse e la loro economia.
Il libro poi è sostanzioso: oltre 300 pagine divise in capitoli che da soli testimoniano l’approccio scientifico-divulgativo partendo da un tema che appassiona il mondo: la pesca, in tutte le sue espressioni, possibilità, ed anche i suoi eccessi e i pericoli per l’ambiente. La stessa prefazione, scritta da uno specialista internazionale sulle risorse ittiche, il canadese Daniel Pauly, sottolinea come la trattazione del tema da parte di due scienziati divulgatori non solo sintetizza in maniera magistrale i quasi infiniti aspetti del rapporto predatorio dell’uomo sul mare, ma allargando la visione anche ai cambiamenti climatici e al loro infuso sulle specie ittiche, nonché al disastro dei “continenti fluttuanti” di plastica, c’insegna molto, in modo chiaro e non astruso. “Questo libro – conclude Pauly – mi ha affascinato e mi ha insegnato cose nuove, anche se ho lavorato per quarant’anni sulla pesca e sui suoi problemi in tutto il mondo”.
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Molto chiaro, molto conciso e molto più convincente di una qualsiasi nostra recensione. Noi che di pesca sappiamo poco più di niente, non avendo mai fatto esperienza se non in lontani tempi giovanili di un fucile sub “Cernia sport”, di una maschera con il tipo di sughero e un paio di primitive pinne. Attrezzi oggi relegati nei musei, eppure che nelle acque sarde di Capo Spartivento ci facevano portare a casa cernie di venti chili e dentici da dieci coperti…
Ho divagato, ma essendo amico di tanti pescatori veri, come Giorgio e Roberto dell’isola di Capraia, credo che Ugo e Ilaria meritino molto anche da parte loro. Perché il mare non sia svuotato, ma sia difeso anche per chi come loro ci lavora con la coscienza della sua fragilità.
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