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Ordinanza allarga il fronte del ristoro per i camionisti

ROMA – Conftrasporto soddisfatta a metà: anzi per niente. L’ordinanza emanata per dare una risposta alle esigenze di ristoro agli autotrasportatori, firmata dal ministro dei Trasporti De Micheli e dal ministro della Salute Speranza, non risolve infatti il problema dell’accesso ai servizi igienici lungo le strade statali e provinciali.

“Se da un lato il provvedimento consente l’apertura dei punti di ristoro anche nei porti e negli interporti, come avevamo chiesto, dall’altro non scioglie il nodo del disagio degli autotrasportatori che si trovano a viaggiare lungo le strade secondarie”, spiega il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè.

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“L’urgenza di dare una prima risposta era emersa nel corso dell’audizione che la Fai/Conftrasporto aveva richiesto, e ottenuto, dalla presidente della Commissione Trasporti della Camera, l’onorevole Raffaella Paita, che ringraziamo per l’interessamento – prosegue Uggè – Il problema che ponevamo però, in buona sostanza, rimane. Per dare un’idea, se con il mio camion percorro la Bari-Matera, la Pontina, la Pedemontana Veneta o la Lecco-Bormio dove non si trovano i luoghi indicati dalla circolare e ho un bisogno fisiologico, cosa faccio? Continuo a farla in mezzo alla strada?”.

“La nostra richiesta tendeva a una soluzione concreta per rendere più civile e dignitosa la condizione di uomini e donne che si muovono per lavoro, a tutte le ore del giorno e della notte, lungo strade del nostro Paese. La Francia l’ha fatto, mentre da noi, per lavarsi le mani o espletare un bisogno gli autisti e le autiste sono costretti a entrare in autostrada o a mettersi in coda all’ingresso dei porti e degli interporti. Chiedevamo solo di alleviare un disagio palpabile, ma penso che questo concetto fondamentale faccia fatica a passare”, conclude il vicepresidente di Conftrasporto.

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Pubblicato il
21 Novembre 2020

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