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Tracciamento orari navi, ora è legge

ROMA – Ci sono voluti anni di spiegazioni, di interventi anche parlamentari, di riprove: e finalmente nel piano delle svariate leggi varate di recente sotto la spinta della pandemia, è stato definito in termini normativi il servizio di tracciamento delle navi nei porti. Affidato agli Avvisatori Marittimi, che operano h/24 sui principali scali italiani, il servizio diventa l’unico riferimento legale non solo per certificare entrate e partenza delle singole navi, ma anche la base per tutte le valutazioni orarie relative alle tariffe, alle controstallìe, ai turni eccetera. Tutto quanto può essere riferito all’art. 62 del Codice della Navigazione, ovviamente in chiave attualizzata.

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Per chi opera sui porti italiani, la nuova normativa rappresenta non solo una importante semplificazione, ma anche la fine di un vero e proprio caos interpretativo: perché fino ad oggi venivano proposti svariati tracciamenti orari sulle navi: oltre che da parte degli Avvisatori anche da parte di alcune AdSP – che operavano su propri parametri – e delle stesse compagnie attraverso rilevamenti o valutazioni proprie. Così il riferimento unico ai tracciamenti da parte degli Avvisatori Marittimi evita confusioni e contestazioni. Va anche ricordato che il servizio degli Avvisatori è oggi fornito con i più aggiornati sistemi tecnologici, dai radar alle stazioni di rilevamenti meteo piazzate strategicamente, dagli elaboratori informatici ai collegamenti radio a lunga portata con le navi. E ovviamente a servizio continuativo e costante sia con i piloti portuali che con le Capitanerie.

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Pubblicato il
13 Gennaio 2021

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