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Attenti all’alternativa cinese

Luigi Merlo

GENOVA – La vicenda della “Ever Given”, la nave portacontainer che si è incagliata e ha bloccato il Canale di Suez, fa scattare due allarmi che anche un Paese come l’Italia (che cronicamente sottovaluta il mare in quanto fattore primario anche del nostro sistema economico) non può permettersi di non ascoltare. Lo sottolinea Federlogistica in una sua nota del presidente Luigi Merlo.

“Da un lato, dobbiamo considerare l’importanza strategica del trasporto marittimo e della Blue Economy nel suo complesso; dall’altro – sottolinea ancor Merlo – l’estrema fragilità e vulnerabilità del sistema dei trasporti marittimi e in particolare di infrastrutture strategiche come il Canale di Suez, ma anche i grandi porti (quelli italiani in primis) di fronte”.

“Se è vero che la causa che ha spinto una delle più grandi navi del mondo a ruotare su se stessa e a incagliarsi nelle sponde sabbiose del canale, sarebbe stata una tempesta di sabbia e quindi il forte vento – afferma Merlo – è urgente porsi interrogativi anche relativi alla fragilità dei porti italiani, oggi del tutto impreparati e non attrezzati ad affrontare episodi che saranno generati da condizioni meteo sempre più estreme”.

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Federlogistica in stretta collaborazione con Enea sta combattendo da tempo una battaglia solitaria su questo tema, dimostrando con studi e proposte l’esistenza di una vera emergenza.

“Sappiamo di poter contare nei ministri Cingolani e Giovannini – prosegue il presidente di Federlogistica – su interlocutori attenti e competenti per poter predisporre adeguati action plans: ma occorre un impegno consapevole di tutto il governo anche per affrontare brusche mutazioni nei possibili scenari geopolitici, facilmente ipotizzando che quanto accaduto nel Canale di Suez sarà utilizzato in particolare da Cina e Russia per promuovere la Rotta Artica”.

“Una scelta molto pericolosa dal punto di vista della sostenibilità ambientale – conclude Merlo – ma altrettanto pericolosa perché da un lato tenderebbe a isolare il Mediterraneo, dall’altro favorirebbe ulteriormente le ambizioni della Cina di controllo monopolista sui traffici e quindi sull’interscambio mondiale via mare”.

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Su Suez – ha scritto FederPetroli in una sua nota – c’è stato troppo allarmismo sul petrolio. “Il rialzo dei prezzi è dovuto ad una situazione momentanea ma le rotte del greggio internazionale, per nostra fortuna, viaggiano anche attraverso canali diversi e infrastrutture di collegamento come gli oleodotti”. Queste le parole del presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia.

“Il problema a livello merceologico generale esiste. Spesso anche in Italia assistiamo a situazioni simili. Le infrastrutture portuali in Italia presentano delle lacune e più volte le navi riscontrano difficoltà per il poco pescaggio nei canali petroli per lo scarico del greggio, questo ovviamente compromette le politiche di pricing incidendo sui costi di nolo, assicurativo e nella catena complessiva sul costo finale del prodotto.

“Disincagliata la nave – conclude Marsiglia – adesso normali procedure di transito e ripresa normalità negli approvvigionamenti”.

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Pubblicato il
3 Aprile 2021

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