Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

L’Amazzonia verde tradita

ROMA – L’Amazzonia non è più il polmone verde della Terra. Di più: fa l’esatto contrario, contribuisce al riscaldamento globale. La foresta pluviale più estesa al mondo è diventata un ‘contributore netto’ di gas serra, cioè produce più emissioni di quante ne riesca ad assorbire. Un ribaltamento che è provocato in gran parte dall’uomo.

Molti studi negli ultimi anni si sono concentrati sulle performance dell’Amazzonia, sulla sua capacità di carbon sinking cioè di sequestrare carbonio dall’atmosfera per lunghi periodi di tempo. I cambiamenti climatici stessi, insieme alla deforestazione, incidono in modo negativo.

Una ricerca appena pubblicata su Frontiers in Forest and Global Change fa un passo in avanti. Gli autori hanno prodotto il primo studio davvero completo sull’argomento. A differenza dei tentativi precedenti, infatti, non solo copre tutta l’Amazzonia ma, soprattutto, allarga lo sguardo al di là della sola anidride carbonica.

[hidepost]

I risultati parlano molto chiaro: quando si guarda ai gas serra nel loro complesso, e non solo alla CO2, l’Amazzonia già adesso produce più emissioni di quante ne catturi. “La deforestazione sta interferendo con l’assorbimento di carbonio, questo è un problema”, afferma al National Geographic Kristofer Covey, professore di studi ambientali allo Skidmore College di New York e prima firma della ricerca. “Ma quando inizi a considerare questi altri fattori insieme alla CO2, diventa davvero evidente che l’effetto netto è che l’Amazzonia nel suo insieme sta davvero riscaldando il clima globale”.

C’è però spazio per dell’ottimismo. Cambiare strada è ancora possibile. Secondo lo studio, le priorità sono frenare la deforestazione dell’Amazzonia, ma anche ridurre la costruzione di dighee aumentare gli sforzi per ripiantare gli alberi.

“Abbiamo questo sistema su cui abbiamo fatto affidamento per contrastare i nostri errori e abbiamo davvero superato la capacità di quel sistema di fornire un servizio affidabile”, chiosa la coautrice della ricerca Fiona Soper della McGill University.

[/hidepost]

Pubblicato il
3 Aprile 2021

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora