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Vincenzo lascia il timone

Vincenzo Onorato

MILANO – Vincenzo Onorato, storico presidente di Moby Lines e capo dell’intero gruppo armatoriale, si è dimesso dalla presidenza della compagnia con un affettuoso messaggio indirizzato “alle Donne e agli Uomini di Onorato Armatori”. Eccone il testo.

“Quarant’anni fa ho fondato Moby partendo da una piccola nave e 12 marittimi, creando, insieme e soprattutto grazie a Voi, e grazie a 140 anni di storia e cultura armatoriale, della quale sono custode, la prima Compagnia di traghetti mondiale con 6000 marittimi tutti italiani. Sono e sarò sempre uno di Voi, perché prima di essere il vostro armatore, ho fatto il mozzo sulle navi di mio padre: correva l’anno 1970: avevo solo 13 anni.

“Oggi coloro che si chiamano “armatori”, definiscono i lavoratori del mare “risorse umane”: io li chiamo “i miei marittimi”, perché ho vissuto sulla mia pelle i sacrifici che questo lavoro comporta.

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“Le compagnie di Onorato Armatori sono solide, forti e soprattutto oggi, mentre vi scrivo, liquidissime. Abbiamo, in avanzata fase di costruzione, quelli che saranno i traghetti più grandi che abbiano mai solcato i mari, il primo dei quali sarà varato a fine mese, dove lavoreranno altri 500 marittimi. Sono un mio progetto e sono orgoglioso di affidarvele. Per le azioni che sto per intraprendere a difesa del nostro lavoro e della Compagnia ritengo che la scelta migliore sia quella di fare un passo indietro e lasciare la presidenza della Compagnia”.

“La persona che mi sostituirà sarà degna di questo onere e di questo onore insieme ai miei figli, Achille ed Alessandro, ed un management giovane e motivato che nonostante la crisi del Covid e gli attacchi vigliacchi che si protraggono da oltre due anni, i cui autori finalmente stanno venendo alla luce, sta dimostrando con i fatti di portare la Nave verso un porto sicuro: il Futuro”.

“Sono e resterò sempre accanto a Voi. Un abbraccio di cuore e avanti a tutta forza come sempre!”.

*

Poco da aggiungere al messaggio: Vincenzo Onorato è sempre stato un combattente – forgiato anche dalle grandi regate veliche dei suoi “Mascalzone latino” – e mi ricordo bene, ai tempi della tragedia del Moby Prince, quante volte l’ho trovato letteralmente in trincea, per difendere la compagnia ma anche la memoria e l’onore dei suoi marittimi scomparsi nel rogo. Oggi il gruppo naviga di nuovo in acque difficili, ma l’augurio con cui il suo messaggio riportato qui sopra, lascia sperare che un armamento storico possa presto rilanciarsi. Perché quando una bandiera italiana ammaina non è né può mai essere un bene. Buon vento. (A.F.)

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Pubblicato il
16 Ottobre 2021
Ultima modifica
18 Ottobre 2021 - ora: 09:51

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