Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Imperativo: più energia rinnovabile

RIMINI – L’impennata dei prezzi energetici, dovuta principalmente al gas tre volte più caro rispetto ai livelli pre-pandemia, non frenerà la transizione energetica. Lo sostiene la società di ricerca Althesys che ha presentato il suo studio al convegno riminese “Fare i conti con la transizione ecologica”. Al contrario – sostiene Althesis – al di là delle difficoltà congiunturali, contribuirà ad accelerarla. La trasformazione del sistema energetico – cioè la diffusione delle fonti rinnovabili, delle nuove tecnologie e delle politiche per contenere le emissioni di CO2 – non è la responsabile dei rincari, ma potrà invece contribuire a mitigarli. Gli aumenti sono infatti legati alla pressione su tutti i mercati delle materie prime causata dalla ripresa economica più rapida delle attese, con prezzi in crescita e offerta bassa, con una situazione finanziaria in Cina critica e con comportamenti degli investitori divisi fra la speculazione e la paura del futuro.

Alessandro Marangoni, ceo della società di consulenza e ricerche economiche Althesys e a capo del team di ricerca di Irex, al convegno “Fare i conti con la transizione energetica” di Rimini ha però detto anche che “La spinta dei prezzi, che si tradurrà in inflazione, sta già frenando la ripresa economica – ha detto l’economista -: l’industria potrebbe subire il colpo arrestando alcune produzioni, mentre le famiglie si trovano ad affrontare forti rincari su gas e luce nonostante le misure del Governo, efficaci nel breve periodo ma certamente non risolutive se la crisi durerà più a lungo”. 

La transizione verso tecnologie più sostenibili di produzione e consumo dell’energia vede tutti i paesi in ritardo sulla riduzione delle emissioni. L’UE è andata più veloce del resto dei Paesi Ocse, ma deve comunque accelerare il ritmo di 2,5 volte rispetto agli ultimi cinque anni, se intende arrivare a emissioni nette zero al 2050. L’Italia segue la tendenza europea, ma il suo ritmo è di recente rallentato, e deve ormai moltiplicare per tre lo sforzo per arrivare all’obiettivo, con investimenti stimati al 2030 sui 145 miliardi di euro e con un benefico effetto sul Pil e sull’occupazione. “I costi della transizione vanno confrontati con quelli dell’inazione: è importante sottolinearlo – ribadisce Marangoni -. Non affrontare la sfida climatica vuol dire incorrere in danni sociali ed economici difficili da stimare, ma sicuramente molto ingenti: fino al 5% del PIL”.

[hidepost]

L’approccio corretto per non incorrere in extra-costi della transizione consiste nel seguire la curva marginale di costo di abbattimento dei gas serra, che mette in ordine gli interventi dai meno costosi, o addirittura benefici, ai più costosi. Una curva che deve essere aggiornata costantemente, poiché soggetta a cambiamenti per via del progresso tecnologico e della variazione dei costi delle materie prime.

“Al momento – conclude Marangoni – le due cose da fare con massima priorità sono aumentare la penetrazione delle fonti rinnovabili nel mix energetico, in particolare quelle elettriche, ed elettrificare i consumi finali come mobilità e riscaldamento degli ambienti”.

[/hidepost]

Pubblicato il
3 Novembre 2021

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio