L’idrogeno e i porti italiani

Nella foto: Il porto di Genova.

MILANO – L’Italia è sulla mappa dell’idrogeno – scrive Hydronews – della multinazionale energetica francese Engie. In particolare, ci sono i porti del Belpaese, che l’azienda studia con particolare attenzione in ottica di sviluppo di progetti relativi all’H2, anche se per il momento è difficile piantare una bandierina – ovvero avviare iniziative concrete – a causa di una serie di ostacoli che rendono tutto più complicato rispetto ad altri Paesi europei.

A fare il punto su questo argomento è stato Giovanni Donolo, BU Gen Eur head of business development Italy di Engie, intervenuto nel corso del convegno ‘La catena del valore dell’idrogeno – Dalla produzione all’utilizzo finale’, organizzato presso il Politecnico di Milano dalle associazioni ANIMP Sezione Energia, ANIE, H2IT e OICE.

“Engie crede molto nell’idrogeno come strumento essenziale per decarbonizzare le proprie attività” ha assicurato Donolo. “Abbiamo una pipeline di 70 potenziali progetti in questo ambito e contiamo di raggiungere una capacità produttiva installata pari a 4 GW a livello mondiale nel 2030”.

Nessuno di questi progetti, però, riguarda l’Italia ma anche sui nostri pontista crescendo l’interesse degli specialisti. “Vogliamo investire nell’H2 anche in questo Paese, e guardiamo con particolare attenzione a possibili iniziative in ambito portuale, e in particolare negli scali di primaria importanza come Genova, Trieste, Livorno, Piombino, Brindisi e altri. Il problema è che il Belpaese sconta un certo ritardo rispetto per esempio al Nord Europa, dove ci sono progetti già in corso di realizzazione. I problemi sono di varia natura e riguardano sia le carenze normative che l’elevato costo dell’energia, dovuto principalmente agli oneri di rete”.

Nel corso della tavola rotonda sono poi intervenuti altri importanti player del settore, e tutti si sono trovati d’accordo sulla necessità di adottare un approccio pragmatico e tecnico al tema idrogeno, evitando punti di vista ideologici o comunque basati su visioni precostituite.

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