Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Nelle incertezze, il charter aumenta

Matteo Italo Ratti

ROSIGNANO – La giornata è bella, di quelle d’inverno con il cielo azzurro, il mare piatto e le isole Gorgona e Capraia stagliate sullo sfondo di Capo Corso. Da cartolina, da foto turistica.

Qui nel “marina” di Cala de’ Medici le barche sono fitte fitte, sembrano dormire. Dall’alto della direzione, il ceo Italo Ratti guarda il “suo” regno ma tiene d’occhio anche lo schermo del computer.

Ratti, parliamo di barche con lei che prima di questa avventura era un manager di terra. Però è la sua professionalità da imprenditore che ha salvato e rilanciato Cala de’ Medici: un porto turistico nato con tante buone intenzioni e tanti sogni, ma allo sbaraglio. Oggi, dopo due anni di pandemia e più di dieci di guerra, che cosa vede per i prossimi tempi?

“Vedo molta preoccupata attesa sia da parte del mercato nautico, sia da parte degli appassionati. La fine del 2021 ci era sembrata quasi un inizio di liberazione da due anni d’incubo: e posso assicurare che anche gli appassionati avevano dimostrato un senso di ritorno alla vita, al mare, alle barche. Un solo dato: il charter nautico era ripreso con tale crescita che praticamente ci ha salvato il bilancio dell’intero anno”.

[hidepost]

Charter vuol dire però che le vendite sono state sostituite dal noleggio…

“I fattori da esaminare sono molti. Il primo, indubbiamente, è che le complicazioni delle vacanze all’estero hanno riportato gli appassionati al charter sui nostri mari. Meno in Grecia e alle Baleari, più a Capraia, Sardegna, Corsica. Il secondo fattore è che in tempi di incertezza, come quelli della pandemia, le vendite si riducono perché anche chi potrebbe spendere aspetta che l’orizzonte si schiarisca. Terzo elemento, le materie prime – compresa la vetroresina e gli accessori – sono aumentati di prezzo e in alcuni casi sono diventate rare o quasi. Quarto: come sta avvenendo in campo automobilistico, c’è una tendenza a noleggiare il mezzo piuttosto che acquistarlo…”

Un quadro convincente. E adesso, con la crisi Ucraina che ci coinvolge?

“Non possiamo che stare alla finestra, cercando di garantire i nostri clienti sul piano dei servizi e della sicurezza. Ritengo che anche per questa ormai prossima stagione nautica il charter rimarrà una delle grandi risorse. La nostra flotta ha già avuto prenotazioni e richieste disponibilità. Non dimentichiamoci che un charter porta anche al territorio un indotto nettamente superiore a quello di una media imbarcazione di proprietà. In genere una barca da charter ha dagli otto ai dieci ospiti, che scendono nei ristoranti, acquistano qualche ricordino, spesso visitano anche località vicine al porto e anche in questo caso spendono. Nelle barche degli appassionati in genere si è in meno e si tende ad essere autosufficienti”.

A.F. 

[/hidepost]

Pubblicato il
12 Marzo 2022
Ultima modifica
17 Marzo 2022 - ora: 13:48

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio