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Riparte il ponte sullo stretto

ROMA –

Con il governo che a breve verrà, torna in auge 🌉 il ponte sullo stretto di Messina 🌉.

Già il governo uscente, anche su pressione di Forza Italia, aveva disposto da tempo lo stanziamento di 50 milioni di euro, da impiegare nel triennio 2021-2023, «per lo studio delle alternative progettuali per l’attraversamento stabile dello stretto di Messina». Alla società del gruppo Fs è stata dato l’incarico, «in considerazione del necessario e preminente coinvolgimento di competenze progettuali connesse con il sistema ferroviario nazionale».

Rfi da parte sua avrebbe già avviato «una procedura a evidenzia pubblica per acquisire un documento di fattibilità tecnico-economica delle alternative progettuali, il quale tenga conto degli interventi ferroviari progettati nei territori calabresi e siciliani, sia per l’asse Salerno-Reggio Calabria sulle direttrici Palermo-Catania-Messina».

Si tratta però di un meccanismo molto più elaborato, e di un iter considerato tortuoso, sul quale il governo in arrivo intenderebbe metter mano per semplificare e accelerare. Come sottolinea la rivista specializzata “Shipping.it”, «diversi sono gli elementi che lo studio dovrà indagare. Al di là di quelli normativi o più specificamente tecnici (ad esempio in relazione al fatto che il onte avrà una o più campate), altri riguarderanno le preferenze degli utenti e la loro “disponibilità a pagare per le diverse componenti della domanda potenziale di trasporto” così come gli impatti trasportistici delle soluzioni (“risparmi di tempi e costi per viaggiatori e merci e modalità di trasporto” nonché gli “impatti sociali, esempio il “welfare” e la “equità”. Le alternative analizzate dovranno inoltre prevedere – stato scritto – i raccordi con le reti terrestri di lunga percorrenza (autostrade e ferrovie) e con le due città metropolitane di Messina e Reggio Calabria».

Se sul piano tecnico-politico le decisioni sembrano avviate, rimane l’annoso contenzioso con il primo progetto, assegnato durante il governo Berlusconi, e rimasto congelatrice, non senza che siano corse (e probabilmente corrano ancora) pesanti sanzioni.

Infine bisogna anche considerare quanto l’eventuale ponte inciderà sui traffici marittimi tra le due sponde nazionali, con le società dei traghetti che vi operano e che hanno a loro volta investito molto per il futuro.

(A.F.)

Pubblicato il
5 Ottobre 2022

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