Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Il “sistema dei sistemi” al vaglio

Rodolfo Giampieri

ROMA –

Che succederà adesso al “sistema dei sistemi portuali” italiano?

Passata la quasi-tregua delle festività, i porti stanno cercando, ciascuno per il proprio pollaio, di assicurarsi i finanziamenti del PNRR per progetti tutti interessanti, tutti utili, ma quasi mai facenti parte di una pianificazione nazionale, quella appunto dei “sistema dei sistemi”.  

*

Ci sono le primedonne dei porti, poi ci sono le seconde file, poi gli ultimi della classe.

Ma l’impressione è che più della pianificazione in rapporto a come sta cambiando il mondo della logistica marittima e portuale, comandino i santi in paradiso, ovvero chi ha più forza politica.

È male, è bene?

Probabilmente valgono entrambe le cose. Ma ci si sta chiedendo, a livello di chi studia il “sistema Italia”, se non sarebbe finalmente possibile un vero coordinamento della politica portuale.

Il presidente di Assoporti Giampieri sta facendo il possibile. E gli sta dando una mano anche D’Agostino, da novembre presidente di ESPO (European Port Organization). Nei giorni scorsi ci sono stati incontri e presentazione di programmi.

[hidepost]

Ma bisogna ammettere che il compito di Assoporti non è facile: trattandosi in realtà di una specie di sindacato dei presidenti delle AdSP, che può al massimo essere accettato come consulente del governo.

*

Ci si chiede adesso – si vedano anche i vari interventi nei “pensatoi” nazionali – come influiranno nella portualità italiana gli evidenti effetti della globalizzazione avanzata.

E l’altrettanto evidente concentrazione in grandi network di quella che era fino a pochi anni fa una organizzazione frazionata, anzi frazionatissima, delle varie funzioni nei porti.

📌 La stessa Fedespedi nazionale ammette che il numero degli iscritti è in forte calo e prevede che nel prossimo futuro calerà ancora.

📌 Le agenzie marittime stanno diventando uffici delle compagnie.

📌 E i terminal, come si è visto in tutti i principali porti, o fanno parte di catene internazionali – se non mondiali – o annaspano.

*

In questa nostra penisola che l’UE continua a considerare – a torto sul piano della logistica, forse non a torto sul piano della politica economica – il “ventre molle” dell’Europa, l’anno appena arrivato dovrà risolvere, necessariamente, il governo della portualità in chiave adeguata alle trasformazioni del trading mondiale.

Altrimenti finiremmo davvero per essere declassati a ventre molle, in un quadro di Mediterraneo sempre più strategico ma dove fioriscono e sempre più fioriranno anche grandi centri logistici sulle sponde sud del Mare Nostrum.

Sono temi, questi, che esulano forse dal quotidiano azzuffarsi dei nostri porti tra di loro, dei proclami che mai arrivano a realizzazioni in tempi veloci, dal continuo imperare di una burocrazia che tutti contestano ma nessuno razionalizza, di un uso deteriore della magistratura amministrativa (e non) per cause annose che si concludono spesso in totali assoluzioni, ma avendo bloccato iniziative e massacrato sul piano personale persone per bene.

*

Nella nostra funzione quotidiana di cronisti dei fatti, tutto questo fa male non solo a noi, ma al “sistema”.

È troppo sperare in un colpo di reni che ci faccia uscire velocemente dalla palude dei tempi infiniti e degli obiettivi indefiniti?

[/hidepost]

Pubblicato il
14 Gennaio 2023

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio