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Assiterminal: cold ironing si, ma…

Alessandro Ferrari

ROMA – Un dibattito che si sta facendo acceso quello sul “cold ironing” dei porti. Intervenendo sul tema, il direttore di Assiterminal Alessandro Ferrari afferma in particolare. “Non siamo ancora parte dei tavoli tecnici avviati al MIT, ma ci hanno rassicurato che saremo coinvolti” La sensazione, al momento, è che si debbano ancora chiarire molti aspetti tecnici, operativi, di costo: ma quello che ci preoccupa è anche il metodo con cui si intende approcciare alla fase esecutiva.

“Partiamo da un dato certo – sottolinea Assocostieri – 700 milioni di euro destinati a creare i presupposti per “l’allaccio alla corrente di navi in banchina”. Dobbiamo partire dal presupposto che ci sia stata sicuramente un’analisi attenta dei fabbisogni di potenza (prospettica) e uno studio preliminare dei lay out di porti e banchine (con una visione di medio periodo). Eppure Dalla bozza del DDL concorrenza (art.5) e dai documenti di analisi che girano qualche perplessità sorge.

“Da non addetti ai lavori – continua ancora la nota – sorgono almeno alcune domande spontanee: a seconda delle potenze erogabili sia l’infrastruttura che il modello operativo cambiano, cambiano le imposizioni fiscali in base alla fonte di produzione dell’energia erogata, l’utente finale – la nave – può accedere al libero mercato (?), quanto la scelta di un modello operativo o di infrastrutturazione può incidere sulla competitività di un porto e quanto il terminalista subisce o deve essere parte attiva di queste scelte? Chi sarà titolato ad attaccare la spina e quali saranno i requisiti per farlo?

“Ma soprattutto: i tempi di realizzazione e le modalità di costruzione del modello di erogazione (compresa ovviamente la struttura dei costi) saranno lasciati a ciascuna AdSP o saranno oggetto di una pianificazione armonica sotto la regia di un unico soggetto?

“Assiterminal da tempo – scrive Ferrari continuando l’analisi – stà provando a inserire chiaramente il concessionario portuale come parte attiva della comunità energetica portuale: mica peraltro; è evidente che la capacità di erogare il servizio di cold ironing sarà sempre di più un elemento competitivo al pari della accessibilità del terminal, al pari della sua capacità operativa di imbarcare e sbarcare merci o passeggeri”.

“Non solo: è evidente che devono essere semplificate e incentivate procedure e misure funzionali alla transizione energetica per l’approvigionamento di energia “pulita” anche per le proprie utenze che servono ad alimentare gru, mezzi di movimentazione, parchi reefer, edifici e servizi. Non ne facciamo solo un tema di costo puro ma di sostenibilità dei nostri business all’interno dei tessuti urbani vicino ai quali operiamo”.

“Ne parleremo anche nel corso del nostro Convegno del 18 aprile “Portualità Italia al servizio del Paese” ma non ci si può certo fermare solo a fare convegni su questo tema”.

“Abbiamo avviato un confronto informale con l’armamento e con i colleghi delle altre associazioni terminalistiche – conclude la nota di Assiterminal – e più approfondiamo più siamo consapevoli delle complessità del tema: vorremmo evitare una rincorsa come quella che stiamo continuando a fare sull’aumento dei canoni concessori.”

Pubblicato il
5 Aprile 2023

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