Dragaggi, eppur si muove (ma non i fanghi)

Nella foto: Una draga d’altri tempi nel canale d’accesso alla Darsena Toscana.
LIVORNO – Dragare il porto si può: o meglio, si può soltanto se l’AdSP del Nord Tirreno ha ottemperato a chiedere l’autorizzazione all’ambiente regionale della Toscana fornendo le analisi sulla base della normativa (art.173). È l’ultimo passaggio dell’incredibile vicenda che sta bloccando da mesi le operazioni urgenti sui fondali di Livorno: passaggio nato (o secondo alcuni “inventato”) dai tecnici della Regione Toscana quando tutte le normative erano state rispettate, comprese le analisi richieste.
L’esasperazione in porto cresce, ma la Regione evidentemente ha i suoi tempi e le sue precauzioni. A quanto si apprende dagli uffici dell’AdSP di Palazzo Rosciano, le garanzie sono state tutte fornite a Firenze, comprese le analisi dei sedimenti in base alla 173 e ci sarebbe stata una risposta che adesso verrà finalmente sbloccata l’autorizzazione a dragare. Perduti almeno due mesi, e chissà quando arriverà l’autorizzazione formale: solo sulla base della quale sarà possibile fare la gara, assegnare il lavoro e cominciare a dragare.
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Che sia non solo necessario ma urgente lo conferma anche la recente ordinanza della Capitaneria di Porto che ha dovuto limitare il pescaggio delle navi destinate all’accosto 10 della darsena Petroli perché ci sono “mammellonati” di fango a ridosso della banchina. Un metro di meno, che per le navi vuol dire tanto. Però tutti zitti: o meglio, tutti a sacramentare sottovoce, per non disturbare i manovratori.
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