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Le mani della Cina sui porti Ue

BRUXELLES –

Il parlamento UE ha cominciato a muoversi  per “stringere le maglie degli investimenti” di Pechino nei porti europei 🛳 🏗.

A spingere in questo senso anche le diverse associazioni del cluster marittimo europeo, dopo che nei giorni scorsi la COSCO ha aumentato la propria quota azionaria su uno dei più importanti porti del nord Europa e sta silenziosamente apprestandosi a partecipare ad alcune gare anche in Mediterraneo.

Dove già i cinesi hanno importanti partecipazioni azionarie su alcuni porti, con il 1⃣0⃣0⃣% del Pireo e il 4⃣0⃣% di Vado Ligure, ma anche il 2⃣5⃣% di Malta Freeport e il 5⃣1⃣% di Valencia.

Qualcuno sta rizzando le orecchie su certe voci raccolte in particolare proprio al Pireo, secondo le quali CMP (China Merchants Port) e COSCO potrebbero essere interessate alla prossima gara per la Darsena Europa di Livorno, in uno scontro tra giganti con la MSC  del gruppo Aponte.

Tornando a Bruxelles il parlamento ha avviato un’ indagine conoscitiva sulla strategia complessiva dei porti europei per avviare una richiesta formale alla Commissione di limitare la presenza cinese sui moli d’Europa. Il rischio – spiegano a Bruxelles – è riferito persino alla vulnerabilità del Vecchio Continente a eventuali azioni di spionaggio industriale ma anche militare. Serve quando una “nuova cassetta degli strumenti” per arginare il pericolo. 

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I tempi? ⏳⏳

Come sempre quando l’Ue si muove, non sono certo veloci, Un risultato potrebbe arrivare con la prossima gestione che deriverà dalle elezioni europee del 2024.

Al momento sono le associazioni del cluster portuale e marittimo a raccogliere materiale utile per inquadrare la situazione attuale, evidenziano le criticità presenti e per il prossimo futuro. Non. Tutti però sono a priori contrari al flusso di capitali cinesi per il potenziamento dei porti europei, anche perché può significare garantisti flussi diretti di altissimo valore tra Cina e scali europei, in un quadro macro-economico mondiale che vede da tempo la Cina come il primo paese produttore al mondo. Da valutare anche la parte più prettamente politica, in un quadro mondiale dove lo scontro tra Cina ed Occidente sembra a intermittenza farsi più evidente.

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Pubblicato il
20 Maggio 2023
Ultima modifica
23 Maggio 2023 - ora: 10:06

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