Colonna infame
Ormai bisogna ammetterlo: siamo al terrorismo climatico. Non c’è giorno in cui alla TV e anche su parecchi giornali – quelli che sopravvivono – si gridi al mondo che va arrosto, alle temperature “estreme”, alle colpe della civiltà che inquina, “al j’accuse” anche se accendiamo un barbecue in giardino. Anche il gas è colpevole, tutto deve essere elettrico o meglio ancora, manuale, a pedali, e non si salvano nemmeno le mucche che con i loro peti annebbiano l’aria di metano. Nelle nostre tavole ci invitano a bandire i fagioli. Pane ed acqua sarebbe meglio.
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Poi saltano sù i veri esperti di climatologia e cambia tutto. Il colonnello Mario Giuliacci, nume riconosciuto per decenni con i suoi bollettini TV e sul web: macché emergenza, siamo nella media degli ultimi dieci anni, anzi ce ne sono stati di peggiori. Siccità? Ha ricordato che a maggio abbiamo avuto un record di pioggia. Cinque anni fa l’estate era ancora più calda. Inoltre uno dei più noti studiosi delle ere geologiche, che controlla attraverso le carotazioni dei ghiacci cosa avveniva nel passato, conferma che il clima nel mondo cambia ogni 400 anni, alternando piccole glaciazioni e forti calori. Il tutto senza alcuna sostanziale influenza da parte dell’uomo.
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Non siamo, ovviamente, in grado di inserirci con cognizione agli alti livelli della climatologia. Però un dubbio a questo punto ci sta venendo: che tutto questo catastrofismo alla Gretina – che guardacaso era sparita ma l’hanno resuscitata – non serva anche a uno dei grandi business del secolo, quello della trasformazione dei consumi energetici fossili in un enorme “green washing”? Il tutto a spese della gente e delle imprese?
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