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Ma in mare è tutta un’altra cosa

LIVORNO – Non è facile capire se la corsa in avanti di Cosco, con la nave elettrica fluviale, rappresenti davvero l’inizio di una nuova era anche per il mare o sia soltanto un ballon d’essai, una esercitazione di tecnologia fine a se stessa o quasi.

È certo che con la tecnologia d’oggi, programmare navi totalmente elettriche sulle distanze oceaniche – anche nell’ipotesi di cambiare interi container di batterie ad ogni porto toccato – sarebbe non solo economicamente insostenibile ma anche concretamente difficile.

Naturalmente Cosco non è un gruppo che vive di fantasie: anzi, è molto concreto ed economicamente attento.

E visto che la logistica sui grandi fiumi interni non è affatto marginale – basta pensare ai porti atlantici del Nord Europa ma anche ai canali come Suez e Panama – l’esperimento dei cinesi ha comunque un senso.

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Se poi si va al criterio generale delle graduale eliminazione dei motori navali endotermici, le cose si complicano. Basta pensare al 🛳️🔌🔋 “cold ironing” nei porti: tutti spingono, la UE pone addirittura tempi ufficiali (il 2030) perché siano in funzione nei grandi e medi scali; ma le compagnie armatoriali più avvedute (si vedano le grandi Eco di Grimaldi) in porto non hanno bisogno dei “Cold ironing” perché usano le proprie batterie ricaricate durante la navigazione, e questa tecnologia pone molti dubbi sulle scelte del “full Electric”.

Più probabile, ma nemmeno troppo prossima, una eventuale conversione dei mezzi portuali (rimorchiatori, battelli per la pulizia, bettoline) al full electric 🛳️🔌🔋.

Anche in questo campo però siamo agli esperimenti, e un Vip del settore, il cavaliere del lavoro livornese Piero Neri dell’omonimo gruppo dei Tug, alla domanda sui rimorchiatori elettrici ha risposto in modo inequivocabile. “Stiamo a guardare”.

Saggia scelta.

Dovremmo provare a farlo anche noi invece di scandagliare senza veri strumenti un futuro che è in divenire. 

A.F.

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Pubblicato il
5 Agosto 2023
Ultima modifica
7 Agosto 2023 - ora: 17:08

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