I tanti nodi della Riforma

Nella foto: Rodolfo Giampieri
ROMA – Riformare la Riforma della Riforma portuale: sembrerebbe che il lungo iter si stesse concludendo e sia il ministro dei trasporti Salvini sia il viceministro per la portuali Rixi ne parlano ormai quasi tutti i giorni.
Però: a conferma che niente può essere scontato, ecco che in particolare Rixi insiste sul fatto che la riforma richiede anche di riformare sostanzialmente le AdSP, comprese le competenze oggi distribuite anche tra altre istituzioni; e inoltre di prendere in considerazione e un eventuale ingresso nei Comitati di Gestione (riformati) anche dei grandi gruppi terminasti e armatoriali. In pratica, le AdSP gestite anche dagli investitori sui porti, un po’ sul modello spagnolo. Una ipotesi che trova sostenitori ma anche critici senza eccezioni: 👉👉 come di recente ha scritto su queste colonne (21 ottobre) l’esperto VSL Club Spa Fabrizio Vettosi, riportando anche il parere di un collega spagnolo sulle criticità del sistema.
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C’è di più: insieme alla Riforma, Rixi sostiene la necessità di provvedere, nel passaggio da un sistema all’altro, al commissariamento di tutte le AdSP: una ipotesi che sta raccogliendo ovviamente scetticismo, o peggio, tra i presidenti in carica e che non sembra condivisa nemmeno dal vertice di Assoporti: il cui presidente, Rodolfo Giampieri appare in difficoltà anche per mettere insieme un gruppo di colleghi presidenti disponibili a far massa d’urto verso il Ministero e la sua tesi del commissariamento.
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