Darsena Europa, “pole pole”
LIVORNO – Ho letto da qualche parte, in questi giorni, che la burocrazia in Italia costa a chi lavora qualche centinaio di milioni di euro ogni anno: secondo l’istituto Ambrosetti, 57 miliardi, il doppio di una manovra finanziaria correttiva.
Ora non so se anche nel nostro caso si tratti di mala burocrazia o no: però che dopo un anno e due mesi di avvio della pratica a Roma non si riesca ancora ad avere una risposta definitiva sulla VIA per la Darsena Europa, se non è mala burocrazia è che lo Stato non funziona.
O entrambe le cose.
La Valutazione d’Impatto Ambientale è certo un passaggio importante, oltre che obbligato. E le oltre 300 osservazioni che furono presentate contro il progetto – buona parte delle quali dai cosiddetti comitati Nimby, cioè da chi dice sempre no a ogni modifica sul territorio – non hanno facilitato il compito dell’apposita commissione interministeriale. Ciò nonostante siamo a tempi biblici: inviato a Roma nel novembre del 2022, il progetto è stato rinviato a Livorno ad aprile 2023 con una serie di richieste di modifica, buona parte delle quali di dettaglio.
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Gli uffici di palazzo Rosciano ci hanno lavorato con inconsueta rapidità, tanto da rimandare il tutto a Roma nello scorso luglio.
Da allora, malgrado i solleciti, e i buoni uffici anche dei parlamentari più attenti, silenzio assoluto fino all’11 dicembre scorso, quanto la commissione – Alleluia! – ha comunicato l’atteso OK; subordinato però a un’altra serie di modifiche.
Finalmente?
Niente affatto: perché ad oggi, metà gennaio 2024, non si conoscono ancora le suddette modifiche, il decreto interministeriale con l’OK e le prescrizioni non arriva e tra poco siamo ad un anno di attesa, dopo una serie di precedenti e faticosi passaggi che hanno visto modificare il progetto almeno mezza dozzina di volte.
Viste le lungaggini, con la logistica mondiale che corre a tutta velocità, anche gli interessati alla gara si sono stufati. Ma a Roma hanno adottato il principio che in Africa viene indicato con due parole in Swahili: “pole pole”, ovvero piano piano.
Morale? Ricavatevela voi, io preferirei finire in galera con tanti altri motivi.
(A.F.)
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