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Visitare Montecristo in barca

Nella foto: Cala Maestra di Montecristo.

PORTOFERRAIO – L’avete letto il celebre classico di Alexandre Dumas “Il conte di Montecristo”? Un fumetto d’epoca, ma che ha fatto la storia. Ed ha fatto conoscere in tutto il mondo quello sperduto scoglio a sud dell’isola d’Elba che i romani avevano battezzato Mons Iovis (Monte Giove) e i cristiani hanno poi convertito il Monte Cristo.

Per decenni è stato riserva di caccia privata dei re d’Italia: poi è diventato riserva naturale totalmente vietata alle visite, se non con speciali gruppi guidati. Ma oggi finalmente – ricorda la collega Elisabetta Arrighi in un suo pregevole servizio sulla rivista Il Gommone di dicembre – si può raggiungere anche con la propria barca, gommone, motoscafo o veliero, purché non superi i 16 metri di lunghezza e i 2,5 metri di pescaggio. Lunghezza e pescaggio sono calibrati sul piccolo molo dell’insenatura più accessibile, Cala Maestra, sul quale si sbarca per poi essere accompagnati in una visita non molto estesa, in particolare alla ex villa reale e dintorni.

L’isola è a circa 35 miglia sia dalla Corsica che dal Giglio, rotta 180° dall’Elba. È dunque una traversata che può essere affrontata anche da natanti abilitati alla navigazione oltre 12 miglia, con le necessarie dotazioni: però bisogna chiedere prioritariamente il permesso alla sezione Carabinieri Biodiversità di Follonica, che hanno sostituito la forestale da quando è stata conglobata. L’indirizzo cui chiedere del permesso è: https//rgpbip-it/reparto/follonica; telefono 0566 40611, e-mail 043591@carabinieri.it.

Bisogna attendere la comunicazione del permesso ottenuto, che è legata anche alla disponibilità sull’isola dei Carabinieri specializzati, i quali riceveranno e accompagneranno gli ospiti. Lo sbarco è da parecchi anni a pagamento: 100 euro per i natanti entro 10 metri di lunghezza, 500 per quelli più grandi fino a 16 metri. Ogni persona che sbarca paga 25 euro di ticket. Ma per chi ama le lunghe traversate e la scoperta di un’isola che ha fatto la storia, anche per il convento dei frati che fu distrutto dalle incursioni saracene e la grotta del santo con i tanti ex voto lasciati nei secoli passati, vale davvero la pena.

Pubblicato il
7 Dicembre 2024

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