Le rotte terrestri tra Europa e Far East
BRUXELLES – Dazi o non dazi, libertà di navigazione (oggi negata nello strategico stretto di Suez anche se non per tutti) e libertà di commercio: questi che sono, o almeno dovrebbero essere, pilastri sostanziali dell’economia mondiale, si scontrano con i conflitti in corso, con le politiche protezionistiche, con la chiusura delle frontiere ai flussi migratori non regolari, con ile terrorismo.
Eppure le merci continua uno a viaggiare, Come su vede dal grafiche che riportiamo, il collegamento tra gli ormai storici hub della Cina, della città-stato di Singapore e del porto di Trieste come il principale scalo per il nord-est dell’Europa continentale, ha aggiunto alla variante navale anche due varianti terrestri, almeno una delle quali continua a utilizzare Trieste grazie alle ferrovie. Kazakistan e Turchia sono i paesi più aperti a questi transiti terrestri, insieme al Turkistan: i paesi della UE (nella m Appa in grigio scuro) hanno l’hub più orientale ad Istambul, dove le merci proseguono via mare verso Trieste. Nella realtà attuale , con la parziale chiusura di Suez, soffrono gli scali del Mediterraneo occidentale, tra i quali Genova e Barcellona. Dalla mappa non appare Gioia Tauro, che invece continua a crescere grazie alla concentrazione dei traffici di MSC e di quelli delle auto orientali che ancora filtrano da Suez o fanno il giro dell’Sfriva