Visita il sito web
Tempo per la lettura: < 1 minuto

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”. Da inveterato pessimista, vedo bene gli aspetti negativi del New Deal trumpiano: dalle Borse ai borsellini, tutti strillano, anche se al momento molti dazi sono solo annunciati e su una parte si sta trattando tra diplomazia e calci nei coglioni.

Coglierei però anche con una nuova attenzione due aspetti: il calcolo di Confindustria secondo cui certi sciagurati balzelli Ue (vedi Ets sui traffici navali) incidono negativamente più dei dazi trumpiani; e i costi dell’energia per le imprese e le famiglie italiane, legati alle scelte politiche tutte nostre, di aver chiuso con le estrazioni di idrocarburi e gas dalle nostre pur ricchi riserve.

Certo, semplifico e probabilmente vedo la cosa da cronista di provincia, con ottica limitata per cultura e per età: ma mi chiedo se l’invito (negli Usa l’ordine) di Donald Trump “Drill baby, drill” non debba far riflettere anche a Roma. E in tempi veloci, non i soliti con decisioni – come si dice in Toscana – a babbo morto.

A.F.

Pubblicato il
7 Aprile 2025

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio