Quando Berta filava
Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con Italo Piccini, il primo scalo container del Mediterraneo.
Sembra preistoria, quando, come dice il vecchio proverbio, Berta filava. Era l’agosto del 2006 – mi ricordava in questi giorni l’amico e maritime consultant Angelo Roma – quando Roberto Piccini viene nominato presidente dell’Autorità portuale e ipotizzò per la prima volta la Piattaforma Europa. L’anno dopo, Nereo Marcucci, da manager della Contship, dichiarò insieme ai vertici dell’ Eurokai, la propria disponibilità a costruirla/finanziarla con i propri mezzi. Allora si parlava di circa 200 milioni di euro, conti abbastanza precisi alla mano.
Non si perse tempo e praticamente due anni dopo, ad ottobre del 2009, la Modimar consegnò il progetto di massima dell’opera, anche se francamente, all’epoca, nessuno aveva idea di quando sarebbe stata pronta. L’assessore comunale Penco aveva ipotizzato il 2013, lo stesso Piccini il 2015, Marcucci più realista come sempre il 2018; e Federico Barbera – Federtrasporto, Fise, Terminal Calata Orlando, interporti ed altro – disse allora che non si sarebbe scandalizzato se l’opera fosse slittata al 2023. Leggeva nella sfera di cristallo?
Ultima noterella, sempre di Angelo Roma: sulla base del progetto Modimar (in seguito cambiato e rivisto una dozzina di volte e “ristretto” a Darsena) nel 2010 si fecero avanti, come riportò anche la nostra Gazzetta Marittima, il Dubai Port in cordata con la Zim, Gavio; e di nuovo per una seconda volta Contship con Eurokai.
Oggi siamo nel 2025 e si ipotizza che se tutto andasse bene, la prima parte della Darsena dovremmo vederla nel 2030. Che record, povero porto di Livorno! Sempre ammesso che la Rixi-dottrina non la cancelli definitivamente…(A.F)