E ora Palazzo Rosciano cerca il numero due: duello fra Marilli e Macii
Ricambio completo al vertice dell’Authority labronica

Fabrizio Marilli: a Palazzo Rosciano si occupa di lavoro portuale, demanio e patrimonio
LIVORNO. Gli occhi di tutti sono – comprensibilmente – fissati sulla poltronissima di presidente o, in questo caso, di questa sorta di “pre-presidente” che arriva con i galloni di commissario. Ma il ruolo di segretario generale è quasi altrettanto importante perché di fatto guida la “macchina” tecnico-organizzativa dell’ente: si pensi a quel che è stato Francesco Ruffini per Nereo Marcucci quando l’Authority era tutta da inventare. Ancor di più: si pensi allo scontro aperto che Giuliano Gallanti aprì con il Pd locale pur di avere con sé Massimo Provinciali (e costituire l’accoppiata genovese-romana che varerà il nuovo piano regolatore del porto dopo sessant’anni).
Adesso c’è da capire chi sarà al fianco di Davide Gariglio come numero 2: il caso di Livorno è del tutto particolare perché cambia per intero il “ticket” al vertice di Palazzo Rosciano, visto che Matteo Paroli, da mesi in predicato di andare a fare il presidente a Genova, è stato finalmente anche lui intanto nominato commissario come Gariglio (e lunedì 16 si insedierà).
Non è tutto. Siccome Gariglio, ex parlamentare dem, è ritenuta sullo scacchiere politico una nomina in quota centrosinistra, non c’è dubbio che il governo di centrodestra voglia sotto gli sguardi di tutti – in primis, del proprio elettorato – far vedere quanto conta, e dunque essere in grado di pesare nella nomina del segretario generale.
A questo punto, il primo quesito è: soluzione interna all’attuale gruppo dei “colonnelli” di Palazzo Rosciano o si cercherà all’esterno? Dovesse prevalere l’ipotesi di uscire dai confini locali, sarebbe pressoché impossibile fare pronostici. Non sarebbe uno scenario così strano: basta tornare con la memoria al periodo di Giuliano Gallanti, ma lui riuscì a imporre la sua scelta anche perché aveva alle spalle un curriculum di rango con la guida del primo porto del Paese (Genova) e la presidenza di Espo, l’organizzazione che raggruppa le istituzioni portuali a livello europeo.
Un nome già conosciuto ma al lavoro in altri porti? Possibile: nella fase più recente si sta affermando la tendenza alla formazione di una nomenklatura “orizzontale” che dopo un mandato in un porto viene nominata in un altro. Però nel caso di Livorno sembra una eventualità abbastanza remota.

Roberta Macii alla cerimonia per la posa della prima pietra delle nuove dighe a difesa del porto di Livorno
Più probabile è che la scelta sia nel mazzo di nomi già conosciuti all’interno di Palazzo Rosciano. Secondo quanto si ascolta dal tamtam delle indiscrezioni, qui sembrano emergere sostanzialmente due nomi sui quali sarebbe in corso un tira-e-molla per la nomina del segretario generale. Chi? Da un lato, Fabrizio Marilli che dentro l’organigramma attuale dei dirigenti dell’Authority si occupa di demanio e lavoro portuale; dall’altro, Roberta Macii, che a Palazzo Rosciano è non solo dirigente dell’area appalti e contratti ma anche vice di Guerrieri nella struttura commissariale riguardante la realizzazione della Darsena Europa.
Marilli è a Palazzo Rosciano dal periodo prenatalizio del 2020, in precedenza è stato un ufficiale della Capitaneria: principalmente a Venezia, con una carriera dalle crescenti responsabilità fino a diventare capo dell’operatività.
Macii ha alle spalle anche due periodi da segretario generale (a Piombino prima e a Civitavecchia poi) e, sempre a Piombino, una fase da vice del commissario straordinario, forse qualcosa di descrivibile come simile al ruolo che ora ha per la maxi-Darsena.
Quanto alle “alleanze”, Marilli sembra il papabile più sponsorizzato fra gli esponenti della community imprenditoriale marittimo-portuale livornese, e ha il forte apprezzamento di Paroli con il quale ha collaborato strettamente. Pare in vantaggio su Macii, che ha dalla sua il sostegno di Guerrieri (della quale è braccio destro nella struttura commissariale di Darsena Europa)
C’è poi la questione dei rapporti politici all’interno della coalizione di maggioranza, ma qui si arriva a livelli di esoterismo da alchimisti: resta da vedere cosa, mescolata