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CON LEGA NAVALE

Stregati dalla “lingua del mare”: è online grazie all’Accademia della Crusca

La tradizione di marinai, portuali e pescatori in migliaia di parole e modi di dire

La villa medicea di Castello a Firenze, questa è la sede dell’Accademia della Crusca

FIRENZE. Ci ha pensato l’Accademia della Crusca a mettere in rete il “salmastro” dei dizionari marinareschi, a cominciare da quelli del Novecento: la più alta istituzione culturale che fa della custodia della lingua italiana il proprio mestiere vuol valorizzare «la ricchezza del lessico marinaresco e alieutico» (quest’ultimo termine si riferisce alle attività dei pescatori). Obiettivo: renderla fruibile a «un pubblico di studiosi, insegnanti, studenti, cultori o semplici curiosi».

Da oggi è consultabile il sito web www.linguadelmare.it con il primo dizionario acquisito e reso percorribile con diverse modalità di ricerca secondo questo magnifico progetto dell’Accademia della Crusca: stiamo parlando del “Dizionario di marina medievale e moderno”, pubblicato dall’Accademia d’Italia nel 1937, che è stato possibile trattare grazie all’autorizzazione dell’Accademia dei Lincei. Ecco qualche voce, tanto per avere esempi concreti. Pescati fra alcune decine di migliaia di termini, c’è solo l’imbarazzo della scelta…

  • A vento largo. L’andatura del veliero quando riceve il vento da una direzione intermedia tra la direzione della poppa e la direzione perpendicolare alla chiglia da un lato o dall’altro. Dicesi pure: Di gran la
  • Caiagium. È un termine basso latino (sec. XII-XIV) e riguarda il diritto che le navi pagavano per scaricare le merci su una banchina.
  • Entega. È un termine antico, riguarda il contratto a carattere associativo compreso nello Stat. di Ragusa (prese il nome dal deposito delle merci: cfr. entica).
  • Imbozzatura. È la posizione traversata che ha preso il bastimento all’àncora; l’azione o la situazione d’imbozzare un bastimento o una squadra.
  • Landò. È una sorta di lancia grossa di solito con un albero nel mezzo.
  • Occhiellaio. È il maestro velaio che pratica gli occhielli alle vele (cfr. anche: occhiellatore).
  • Pacchebotto. È un bastimento per il servizio della posta e dei passeggeri (cfr. anche: paccheboto o pacchetto); sin verso il 1860 si chiamava Pachettu il bastimento che faceva il servizio postale e di passeggeri tra Palermo e Napoli.
  • Rabazza. In ogni albero di gabbia la parte inferiore che si unisce all’estremo tratto superiore cioè al colombiere del tronco maggiore sottostante; in ogni alberetto la parte inferiore che si unisce all’estremo tratto superiore cioè al colombiere dell’albero di gabbia sottostante.
  • Sabarbarius. È il custode del porto: secondo una disposizione dello Statuto di Savona del 1404 alla custodia del porto del molo e della riva si prescriveva l’elezione d’un nobile d’un mercante e d’un artista.
  • Tafarese. È un termine del Trecento, designa un battello: piccole barche e piccole vaselle che conducono le mercatanzie da un paese a un altro.
  • Va-e-vieni.  Cavo che, disteso tra il bordo e un punto fermo a terra, serve a far andare mediante sforzo di mani su quel cavo una imbarcazione senza remi a terra e viceversa.

È quanto emerso nella sede della Villa medicea di Castello con la quarta tornata accademica dedicata all’iniziativa “La lingua del mare”: è stato il presidente dell’Accademia della Crusca, professor Paolo D’Achille, ad aprire a Firenze quest’appuntamento nel segno di un progetto guidato dalla professoressa Annalisa Nesi, accademica segretaria, già docente di linguistica italiana all’Università di Siena.

Il sito della “Lingua del Mare” – viene fatto rilevare – è la prima tappa di un percorso avviato dall’Accademia della Crusca per «valorizzare e rendere accessibili in rete materiali, editi e inediti, relativi alla marineria e alla pesca con l’obiettivo di diffondere il sapere marittimo attraverso la conoscenza del lessico e della sua storia». Per ciascun dizionario saranno seguite le stesse procedure: sono previsti «apparati esplicativi diversi a seconda della complessità dell’opera». Nello specifico: il lettore potrà avere «informazioni sull’opera, gli autori, la genesi del dizionario, apparati integrativi dove mancanti, lettura del dizionario acquisito fotograficamente e ricerca all’interno del corpus con percorsi differenziati».

È da aggiungere che, nel corso della quarta tornata accademica, è stato siglato un accordo di collaborazione tra l’Accademia della Crusca e la Lega Navale Italiana, il principale ente pubblico associativo italiano che si occupa di mare dal 1897. Quali  gli scopi di tale intesa? Le due istituzioni indicano: la condivisione di competenze e la realizzazione di progetti congiunti legati alla valorizzazione e alla diffusione della lingua e della cultura marinaresca, in particolare verso i giovani.

La Lega Navale Italiana riferisce che metterà a disposizione dell’Accademia della Crusca le proprie conoscenze e un ampio patrimonio archivistico sui saperi del mare. Tra questi, figurano due importanti dizionari marinareschi curati da due personalità legate alla Lega Navale: il “Vocabolario marinaresco” del comandante conte Carlo Bardesono Di Rigas del 1932 e il “Dizionario marinaro” del contrammiraglio Luigi Castagna del 1955.

La tornata – viene ribadito – è stata anche l’occasione per presentare la Pala dell’accademica Annalisa Nesi. La pala di un Accademico della Crusca è composta dal nome accademico, da un’immagine e da un motto e costituisce l’”impresa” che precisa l’”intenzione” e l’attitudine dell’Accademico rispetto al progetto complessivo dell’Accademia. Sono intervenuti all’evento: Francesca Biondo (direttrice della Federazione nazionale Imprese di pesca Federpesca), che ha sostenuto il progetto “La Lingua del Mare”, la prof. Maria Lucia de Nicolò (Università di Bologna), direttrice del Museo della marineria Washington Patrignani di Pesaro, che collabora all’iniziativa, l’ammiraglio Donato Marzano, presidente della Lega Navale Italiana, il professor Sergio Lubello, ordinario di linguistica italiana all’Università di Salerno, la professoressa Nicoletta Maraschio, presidente onoraria dell’Accademia della Crusca, il professor Giovanni Ruffino, ordinario di dialettologia italiana e di linguistica italiana all’Università di Palermo.

Pubblicato il
21 Giugno 2025

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