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IL CASO

Il nuovo Zuckerberg si chiama Giacomo e vive a Pisa

Wishew è un social collaborativo anti-odiatori: vuol far esaudire i desideri

Giacomo Vose, ingegnere elettronico pisano, originario della Sardegna, è l’ideatore del nuovo social Wishew: gli altri due fondatori sono Antonino Risicato e Vincenzo de Caro

PISA. Niente like, niente follower, niente filtri. E magari niente odiatori seriali, niente neonazi e niente sputa-maledizioni. Un sogno avere un social così. Buonista? E allora tenetevi la vostra dose di bile quotidiana per tutta la rabbia e il rancore d’un oceano di simil-analfabeti funzionali. Invece un altro social è possibile e un ingegnere elettronico pisano di origini sarde potrebbe riuscirci. Si chiama Giacomo Vose e ha creato una piattaforma che sta ridefinendo gli standard della comunicazione via social network: «Non per intrattenere, ma per realizzare desideri veri», dicono quelli della sua squadra. Raccontano il suo progetto come «già un successo negli Stati Uniti» mentre lui, nell’ansia catalogatoria che prende chiunque, è stato definito «il primo Zuckerberg italiano, ma con empatia al posto degli algoritmi».

Il social si chiama “Wishew” e si presenta già in homepage, forse esagerando un po’, come «il social network n. 1 del mondo progettato per esaudire qualsiasi desiderio». E fin qui non sarebbe una novità. «Gratis»: e anche questa non è una novità. Almeno in apparenza: perché se il servizio è gratis, secondo una bella battuta-verità degli attivisti americani, la merce sei tu. E allora “Wishew” rincara: «Gratis davvero».

I promotori lo dipingono come «un ecosistema digitale dove chiunque può raccontare ciò che sogna: un libro, un viaggio, un’operazione, e ricevere aiuto dalla comunità globale». Missione numero uno: diffondere un atteggiamento solidale e inclusivo, comunque aperto: quelli di “Wishew” si autodescrivono come «la piattaforma dove donare è il gesto più virale di tutti».

Negli Usa è stato lanciato nell’aprile dello scorso anno: «oltre 50.000 pre-registrazioni in meno di due settimane». Quanto basta per far dire a “Business insider”: «Sembra che questo fosse esattamente ciò che il mondo stava aspettando». Certo, i numeri non sono ancora quelli dei giganti del settore: più di 50mila download da Google Play (e poco più di mezzo migliaio di follower su Facebook, ma è la concorrenza da battere…). Ma dalla sede dell’azienda sottolineano che «il progetto sta attirando l’attenzione dei media internazionali, di investitori visionari, di istituzioni e governi interessati alla capacità di Wishew di coniugare inclusione sociale, impatto concreto e innovazione tecnologica». A ciò si aggiunga – si afferma – «un crescente interesse da parte di Hollywood: celebrità globali, da sempre attive nel mondo della filantropia e vicine a cause umanitarie, hanno iniziato a guardare a Wishew come a un nuovo strumento culturale e digitale, capace di dare voce ai desideri di singoli individui, ma anche di fondazioni e organizzazioni non profit». Chi? Da Wishew non fanno nomi, si limitano a dire che «alcune informazioni saranno rese pubbliche molto presto e secondo chi segue da vicino il progetto, potrebbero sorprendere».

Comunque, adesso – a distanza di poco più di un anno di rodaggio negli Stati Uniti, Wishew punta a sbarcare ufficialmente in Europa: quindi anche in Italia. La piattaforma dice di aver già ricevuto «richieste di attivazione da oltre 23 Paesi, segno di un bisogno globale di strumenti che rendano la solidarietà accessibile, contemporanea e condivisa».

C’è però un altro aspetto: la sfida più grande di Wishew – lo sanno per primi i protagonisti di questa avventura del “social positivo” «non è nei numeri né nei mercati: è culturale». Obiettivo: cercarsi uno spazio dentro «un mondo individualista, dove regna l’effimero e si corre per sopravvivere, un mondo che ci ha lentamente disabituati a credere». È il fondatore Giacomo Vose a dirlo: «Non sappiamo nemmeno bene perché abbiamo smesso. Ma sentiamo che è successo. Wishew nasce proprio da qui: dal bisogno di ricominciare a credere: negli altri, nei sogni e nel potere contagioso di un gesto umano».

Ne ha parlato l’Ansa, la prima agenzia giornalistica del Bel Paese, ne ha raccontato i sogni la stampa locale ma anche il quotidiani economico per eccellenza, il giornale confindustriale “Sole 24 Ore”. In una intervista al “Tirreno” racconta anche l’incontro con Leonardo Maria Del Vecchio, l’esponente della nuova generazione alla guida di Essilor Luxottica. «Erano tutti bravissimi a parlare dei loro investimenti per poi concludere di tornare da loro con i numeri», spiega Vose ricordando le mille amarezze nel cercare da startupper la fiducia di investitori. «Ma come si fanno i numeri se nessuno ti consente di cominciare? Con Leonardo è stata tutta un’altra cosa: dopo un minuto di conversazione aveva compreso tutto, tutte le dinamiche e anticipava le mosse. Credo che abbia influito anche la sua età nella capacità di comprendere la dimensione del progetto».

L’interesse di Del Vecchio è confermato anche sul “Sole 24 Ore”. E comunque non è solo un sogno a occhi aperti. “Wishew” punta a far esaudire i desideri attraverso la raccolta di fondi: si posterà un video per raccontare un desiderio al quale si tiene tanto e invece del like ci sarà un click per una minima donazione (e un algoritmo che premierà i donatori più generosi e più frequenti). La fase di decollo è dall’America perché è lì che si concentra la raccolta fondi, con il 49% dell’intero mercato planetario. Ed è negli Usa che “Wishew” ha portato a termine con successo un round “pre-seed” da 10 milioni di euro.

Vose non è da solo. La sua squadra è composta anche da due siciliani: l’uno è Antonino Risicato e l’altro è Vincenzo De Caro. Lavorano tra Regno Unito, Italia e Stati Uniti, e hanno in testa un obiettivo: «Rendere la solidarietà contagiosa, riscrivendo le regole dell’economia digitale». La raccontano così: «Se fino a oggi i social hanno premiato chi mostrava, Wishew vuole premiare chi si mette in gioco per gli altri.

L’identikit di Vose parte da Selargius, paese di 28mila anime a un passo da Cagliari. La prima passione non è per i social né per l’ingegneria o l’informatica: è per l’aeronautica, vuol diventare pilota di caccia e lascia la sua Sardegna per andare prima a Taranto e poi a Pisa. Ma capisce che non è quello il suo posto nel mondo: a Vienna fa il barman e il gelataio. «Un giorno, dopo l’ennesimo cappuccino, ha deciso cosa voleva davvero fare e così è tornato in Italia e si è iscritto a ingegneria elettronica a Pisa», dice la “bio”.

La laurea lo porta a occuparsi di schede elettroniche come progettista hardware per l’industria dell’automazione e per quella dell’auto, diventa manager della multinazionale italiana Arduino e ne guida lo sviluppo della divisione industriale fra Europa, Medio Oriente e America. Finisce per lavorare nella trincea anti-Covid e, in quel periodo, collabora con la Nasa per la prototipazione del loro primo ventilatore polmonare, poi a capo del progetto “Bolla Tecnologica” di Msc Crociere installando soluzioni tecnologiche Arduino di contact tracing all’interno della loro flotta di navi. Poi nel 2022 la svolta: l’idea di dedicarsi a un progetto personale che sia carico di valori umani e dà vita a Wishew, il primo social network filantropico al mondo.

Antonino Risicato lavora come «professionista del marketing con una visione trasversale, maturata tra moda, fintech e consulenza strategica»: dal mondo della moda ha «imparato a trasformare estetica, coerenza visiva e trend in desiderabilità»; da quello fintech, come si creano strategie di crescita e acquisizione su scala internazionale «con un approccio orientato all’innovazione e alla distintività»; da consulente indipendente, ha supportato marchi nazionali e globali a «definire la propria identità». Nel 2024 ha fatto sua l’idea di Wishew come co-fondatore.

Vincenzo De Caro è un esperto di marketing digitale, con «un focus su strategia, dati e performance». Obiettivo: aiutare marchi globali a ottimizzare la presenza digitale e massimizzare i risultati. Oggi, in Wishew, coordina le operazioni strategiche dell’azienda con l’obiettivo di accelerarne la crescita.

 

Pubblicato il
14 Luglio 2025

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