Sos microplastiche in mare, altolà alle cassette di polistirolo
La campagna di Marevivo con i pescatori: ok a contenitori riutilizzabili

Campagna BlueFishers Marevivo
VIAREGGIO. Immaginatevi un Everest di 50 milioni di cassette in polistirolo monouso per trasportare e vendere orate, polpi, totani, seppie e calamari: è quel che usa ogni anno la flotta dei 12.200 pescherecchi italiani impiegando 14mila tonnellate di cassette in polistirene espanso (Eps). Quante microplastiche pensate possano disperdersi in mare per via della frammentazione di queste cassette: quanta parte dell’habitat marino e delle specie che vivono sotto il livello del mare, senza contare le potenziali ripercussioni negative sulla salute dell’uomo attraverso il consumo di pesce. È per questo che, per contrastare gli effetti che il polistirolo provoca all’ecosistema marino che la Fondazione Marevivo ha lanciato a livello nazionale la campagna “BlueFishers”.
L’apripista è stata Viareggio nel 2024. Con una soluzione che è l’uovo di Colombo: è stato proposto ai pescatori di sostituire le cassette di polistirolo e rimpiazzarle con contenitori riutilizzabili. Lo scorso anno a “BlueFishers” hanno aderito 70 pescatori e 58 imbarcazioni della Cittadella della Pesca di Viareggio: sono state oltre 2.300 cassette di polipropilene riutilizzabili, acquistate grazie al contributo della Tuscany Environment Foundation, che ha creduto nella prima azione pilota del progetto. Marevivo stima che «i pescatori coinvolti, nei soli primi sei mesi di attività, abbiano potenzialmente risparmiato al mare oltre 35mila cassette di polistirolo, contribuendo a scongiurare il loro impatto nocivo sull’ambiente».

Cassette riutilizzabili per pescatori
Adesso in Toscana – informa la fondazione ambientalista – aderiscono alla campagna altre 18 imbarcazioni della piccola pesca artigianale: grazie al progetto internazionale “End Plastic Soup – Tuscany in Action” finanziato dal Rotary Toscana Distretto 2071, riceveranno 500 cassette riutilizzabili e riciclabili in polipropilene, in sostituzione di quelle in polistirolo, prodotte dalla DuWo. Marevivo spiega che, «anche grazie alla collaborazione con FedagriPesca Confcooperative», sono state coinvolte quest’anno le Cooperative di pescatori Omega 3 e Azimut di Livorno, la Cooperativa San Leopoldo di Marina di Grosseto e Paolo il pescatore di Talamone.
È una battaglia di civiltà che deve farsi carico anche di una scarsa sensibilità del legislatore: «Tanto a livello nazionale che su scala internazionale – denuncia Marevivo – non esistono norme in vigore che vietino l’uso del polistirolo nel settore ittico. Sebbene il divieto di utilizzo di plastica monouso rimanga un principio cardine della normativa europea, l’impiego di cassette in polistirolo rimane una prassi stabile nei Paesi dell’Unione con tutte le implicazioni già enunciate che allontanano sempre di più l’Italia e l’Europa dall’obiettivo 14 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, ovvero la tutela degli ecosistemi marini».
Occorre mette nel conto anche un altro aspetto, dice la realtà ecologista: nel settore della pesca l’Italia ha il primato del consumo di polistirene espanso (Eps), il più alto d’Europa. È da dire oltretutto che, fra tutte le plastiche, l’Eps è «uno dei rifiuti in plastica maggiormente presenti in mare, in spiaggia e lungo le coste, a causa della sua dispersione incontrollata dovuta all’abbandono volontario o involontario, alla fragilità del materiale di cui è composto e al basso tasso di riciclo dopo il suo utilizzo». Occhi puntati su una ricerca del Dipartimento di Scienza, della Vita e dell’Ambiente dell’Università Politecnica delle Marche: tra i rifiuti plastici analizzati, il polistirene espanso è «il polimero in grado di assorbire e veicolare il maggior numero di contaminanti metallici innalzando il rischio di contaminazione per le specie che ne ingeriscono i frammenti».
Con “BlueFishers” Marevivo punta a richiamare dal basso, con la formazione di una opinione pubblica più consapevole, l’attenzione dei decisori sull’«importanza di promuovere leggi che vietino le cassette di polistirolo usa e getta utilizzate nel comparto ittico e di sensibilizzare i pescatori sul tema». Obiettivo: ridurre l’inquinamento marino, limitare il ricorso agli imballaggi in plastica monouso e promuovere il loro riuso e riciclo in un’ottica di economia circolare.
Laura Gentile, coordinatrice nazionale del progetto per la Fondazione Marevivo, indica che la lotta per eliminare le cassette di polistirolo monouso riguarda la diffusione di una consapevolezza capillare ma comprende pure «l’attività di pressing a istituzioni e governo per favorire la produzione di una legge ad hoc»: da un lato, c’è un ripensamento nelle pratiche di pesca di molti operatori che cercano «soluzioni più ecologiche», ma la strada verso la piena sostenibilità ambientale nel comparto ittico è «complessa e dipende da fattori politici, risorse disponibili e consapevolezza ambientale». A tal riguardo, plaude al caso della Regione Veneto che con una legge regionale del maggio scorso promuove la sostituzione dei contenitori di prodotti ittici in polistirene con contenitori in materiale sostenibile. «Mi auguro che anche le altre Regioni vogliano seguire questa buona prassi», dice Gentile.
Nunzia Costantini, referente distrettuale del progetto “End Plastic Soup – Tuscany in Action”, ricorda che durante il primo anno del progetto triennale sponsorizzato dal Rotary sono stati realizzati «diversi eventi di formazione, prendendo accordi per la distribuzione di materiale informativo tra i cittadini, nelle scuole e nei parchi in prossimità della costa». Il progetto BlueFishers di Marevivo – afferma – rappresenta «un raro esempio di intervento efficace e sostenibile in campo ambientale, in grado di coniugare risultati immediati, attività di sensibilizzazione e partecipazione attiva degli utenti». E aggiunge: «Le attività del Rotary ben si integrano con quelle promosse da Marevivo, proprio perché le due realtà si rivolgono a cluster diversi della società, coinvolgendo anche diversi livelli della filiera produttiva».
Marina Gridelli, responsabile della delegazione di Marevivo Toscana, vede la propria regione al centro di questa campagna: «Dopo Viareggio, il progetto coinvolgerà alcune cooperative di Livorno, Marina di Grosseto e Talamone. Siamo lieti della collaborazione dei pescatori: hanno dimostrato una notevole attenzione alla sostenibilità della loro attività». Poi spende un ringraziamento speciale per il Distretto 2071 del Rotary: «Con lungimiranza ha finanziato questa importante campagna, simboleggiata dalle cassette blu che contribuiranno a proteggere il mare che tanto amiamo».