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LA TEMPESTA

Le dimissioni choc di Gurrieri mentre la commissione sta per vagliare le nomine

Il porto di Trieste è in attesa di un presidente da oltre 420 giorni  

Rosario Antonio Gurrieri, una lunga carriera trentennale nell’istituzione portuale di Trieste, ha lasciato l’inicarico di commissario straordinario e ha rinunciato alla designazione come presidente

TRIESTE. Non c’è pace per l’ingarbugliatissima telenovela delle nomine al timone dei porti del Bel Paese, men che mai a Trieste: dopo la tempesta – anzi, il pasticciaccio della revoca del nuovo segretario generale (ed ex commissario straordinario) revocato dal commissario straordinario (ed ex segretario generale) che lo aveva nominato pochissimi giorni prima, non è arrivata la quiete bensì un uragano. Rosario Antonio Gurrieri, lunghissima carriera dirigenziale all’interno dell’istituzione che governa il porto di Trieste, ha dato le dimissioni: getta la spugna nello stesso giorno in cui la commissione trasporti della Camera passa al vaglio il suo nome per arrivare finalmente a ricevere i galloni di presidente. In un colpo solo, si dimette da commissario e rinuncia alla candidatura come presidente, uscendo di scena.

È un terremoto per uno dei principali porti del Paese: al centro di tante difficoltà per la riduzione delle navi che entrano nel Mediterraneo via Suez e soprattutto per i guai dell’economia tedesca che non è più la locomotiva d’Europa. Del resto, dopo l’improvviso forfait del “presidentissimo” Zeno D’Agostino, Trieste attende da oltre 420 giorni il presidente dell’Authority, come annota il quotidiano locale “Il Piccolo” riferendo del preoccupato faccia a faccia fra il “governatore” Fedriga e il viceministro Rixi: una attesa infinita sulla quale richiama l’attenzione anche la deputata friulana dem Debora Serracchiani.

È un uragano per Trieste ma la notizia piomba come un meteorite anche sugli ambienti politici romani: non è così che ci si aspettava che andasse l’esame parlamentare in commissione a Montecitorio riguardo a un pacchetto di presidenti in pectore (Davide Gariglio per l’Authority di Livorno-Piombino, Francesco Rizzo per quella dello Stretto di Messina, Eliseo Cuccaro per il sistema Napoli-Salerno, Francesco Benevolo per Ravenna e Giuseppe Gugliotti per Taranto). L’ultimo dell’infornata doveva essere proprio Rosario Antonio Gurrieri per Trieste, e invece sono arrivate le dimissioni choc in mezzo agli equilibri faticosamente raggiunti: e proprio dal fronte del Friuli Venezia Giulia, che nei mesi scorsi era stato il casus belli dell’attacco di Fratelli d’Italia al governo regionale a trazione leghista.

Come spiega una nota ufficiale dell’Autorità di sistema portuale dal quartier generale di Trieste, Gurrieri ha informato della sua scelta direttamente i due soggetti che ne avevano condiviso la responsabilità della nomina: il vicepremier Matteo Salvini, che lo aveva designato, e il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che gli aveva dato il proprio assenso.

Porto di Trieste: una veduta panoramica

«La scelta – viene sottolineato nella nota dell’ente portuale triestino – è maturata in autonomia con l’intento di tutelare l’istituzione in un momento in cui l’attenzione pubblica rischia di allontanarsi dal merito dell’azione amministrativa e strategica in corso». È un modo felpato per far riferimento al ciclone dell’inchiesta giudiziaria della Procura di Trieste che ha messo nel mirino Gurrieri: riflettori puntati sui soldi che, secondo l’ipotesi dell’accusa, società asiatiche avrebbero versato alla società austriaca creata da Gurrieri quasi dieci anni fa per fare attività privatistica di consulenza in un  campo, com’è quello dei trasporti, nel quale è considerato un esperto di grande rilievo. Sembra di capire che l’irregolarità contestata sia stata la mancata comunicazione all’Authority riguardo a tale attività privatistica.

«È stato quindi fatto un passo indietro – si legge nel comunicato – per consentire all’Autorità Portuale di continuare a lavorare nel clima più disteso possibile, nell’ottica di traguardare le sfide che attendono i porti di Trieste e Monfalcone».

Eppure appena due prima delle dimissioni, il telegiornale di RaiTre Friuli insisteva: quello di Gurrieri è «l’unico nome in pista» per l’Authority di Trieste e dunque, nonostante i guai giudiziari, la sua ascesa come presidente «resta in pole position».

Non è andata così. «Ho scelto di rassegnare le dimissioni per senso di responsabilità e nel rispetto dell’Autorità che ho avuto l’onore di guidare, anche solo per un tratto del suo percorso», queste le parole di Gurrieri al momento di lasciare l’incarico. Un passo indietro rivendicando la propria lealtà e correttezza: «La mia carriera, lunga oltre trent’anni in questo ente, si è sempre contraddistinta per l’osservanza delle regole e il rigore istituzionale». Aggiungendo poi: «In questo contesto, ribadisco che non sono indagato né per le mie attività passate e presenti presso il porto, né per il mio incarico in Alpe Adria, ma per questioni private su cui farò chiarezza».

Gurrieri difende la propria onorabilità: come aveva tenuto a ribadire a botta calda fin dalle prime ore dopo la notizia delle indagini a suo carico, «non consentirò a nessuno, dunque, di offuscare trent’anni di rispettata e onorata carriera». Ora segnala che il «clima che si è venuto a creare» risulta, a suo giudizio, «in parte alimentato da interessi che nulla hanno a che fare con il bene del porto». Per questo si chiama fuori: «Ritengo che il miglior modo per proteggere l’Ente e le sue prospettive di crescita sia oggi fare un passo indietro, affinché l’attenzione torni dove deve: sul futuro dello scalo e della sua comunità». L’ultima sottolineatura è per i ringraziamenti personali: li rivolge a «tutta la comunità portuale, le rappresentanze sindacali, i dipendenti dell’Autorità e le istituzioni per la collaborazione e la fiducia dimostrata». Con una chiosa conclusiva da rimarcare: «Resto convinto che il Porto di Trieste continuerà ad affermarsi come motore strategico e internazionale del Paese e non dimenticherò le persone che mi hanno sostenuto con affetto in questo periodo».

Mauro Zucchelli

Pubblicato il
29 Luglio 2025
di MAURO ZUCCHELLI

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