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I DAZI DI TRUMP

«Macché danni limitati, questa è una batosta per la nostra economia»

Russo (Confcommercio-Conftrasporto): qui si rischia grosso, l’Europa si svegli

Pasquale Russo, vicepresidente nazionale di Confcommercio e numero uno di Conftrasporto

ROMA. Altro che cantar vittoria perché i dazi di Trump sono “solo” al 15%: dal quartier generale di Confcommercio Imprese per l’Italia, il vicepresidente nazionale Pasquale Russo non vede affatto il bicchiere mezzo pieno e nemmeno ne parla come di un pericolo scampato: «I dazi stanno facendo saltare gli equilibri dell’economia globale. E l’Italia rischia grosso». Colpa di una sorta di tenaglia: da un lato, dopo «mesi di promesse smentite e passi indietro», quanto annunciato sta «già creando incertezza e caos sui mercati internazionali»; dall’altro, l’accordo sui dazi al 15% «può mettere fuori gioco interi settori della nostra economia, con effetti concreti sul Pil». Non si può proprio dire che Russo abbia usato l’arte del dico e non dico.

Anzi l’esponente del vertice di Confcommercio (e numero uno di Conftrasporto) cita i dati dell’Ispi, l’autorevole centro studi sulla politica internazionale diretto da Paolo Magri e presieduto dall’economista Franco Bruni, per ricordare che «i Paesi più esposti commercialmente verso gli Stati Uniti (come Italia e Germania) subiranno un danno diretto: il Pil tedesco potrebbe ridursi dello 0,3% e quello italiano dello 0,2%». E questo – si rincara la dose da parte dell’organizzazione di categoria – mentre «la nostra produzione industriale è già in calo: a maggio meno 0,7% rispetto ad aprile». Con una sottolineatura preoccupante: l’industria dell’auto e il settore farmaceutico, «quest’ultimo finora risparmiato», rischiano di «perdere miliardi». Una batosta che riguarda «filiere vitali per il Paese: se saltano, a pagarne il prezzo saranno le imprese, i lavoratori e l’intero sistema economico».

Il grafico è stato messo a punto dall’Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionle): mostra l’andamento in picchiata del cmbio dollaro/euro negli ultimi mesi

«Gli Stati Uniti rappresentano oltre il 10% del nostro export complessivo e più del 20% dell’export al di fuori dell’Unione Europea», avverte Russo: «Se perdiamo competitività su quel mercato, il contraccolpo sarà immediato e durissimo». Poi c’è una sorta di “dazio extra”: è il contraccolpo del crollo del dollaro («meno 12% in sei mesi») a peggiorare ulteriormente la situazione. Per il vicepresidente di Confcommercio è «un segnale chiaro di instabilità valutaria globale, che ci espone ancora di più alla pressione dei mercati asiatici, sempre più forti e organizzati».

Benché l’Europa si sia accontentata del “meno peggio”, Russo torna a chiedere qualcosa di diverso: «Una risposta europea coordinata, forte, strategica». Aggiungendo poi: «Non possiamo permettere che logistica e trasporti, leve centrali per l’economia reale, vengano ancora penalizzati da costi e oneri che ricadono su tutto il Paese: il tempo delle analisi è finito. Servono risposte e servono subito».

Pubblicato il
30 Luglio 2025

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