Da cantieristica e nautica più sprint alla Toscana costiera
Morganti: «Un’eccellenza manifatturiera, metà artigianale e metà ingegneria tech»

Da sinistra: Giacomo Buzzoni, Giacomo Lotti e Simone Morganti
LIVORNO. Una eccellenza manifatturiera: per metà calata nella un’eccellenza manifatturiera, artigianale e ingegneristica cliente da poterlo “indossare” (e vivere) come un capo unico sartoriale; per l’altra metà con le enormi potenzialità di un know-how di tipo ingegneristico. «La nautica è uno dei comparti simbolo della Toscana costiera, e oggi deve affrontare grandi sfide legate alla sostenibilità, all’innovazione e alla carenza di manodopera specializzata». Parole e musica di Simone Morganti, presidente della sezione Cantieristica e Nautica di Confindustria Toscana Centro e Costa. Insiste su un aspetto: «La nautica è un asset strategico per la Toscana costiera». Obiettivo: rafforzare la rete tra le imprese associate e aumentarne la rappresentanza associandone di nuove (magari pure «attraverso i servizi promossi dell’associazione, rendendo più visibile l’identità del comparto anche fuori dai confini locali»).
A guidare la sezione Cantieristica è una squadra di manager e imprenditori che rappresentano un po’ tutto il comparto nautico: il consiglio direttivo, recentemente rinnovato, è presieduto da Simone Morganti, amministratore e general manager dell’azienda Velmare di Castagneto Carducci (che produce imbarcazioni in vetroresine). È affiancato da tre vicepresidenti: Giacomo Buzzoni, del cantiere di “refit” Esaom Cesa a Portoferraio; Giacomo Lotti, amministratore dell’azienda Carpensalda Yacht Division (che produce barche in acciaio a Livorno) e l’ex presidente Matteo Italo Ratti, amministratore delegato e direttore generale del porto turistico Marina Cala de’ Medici a Castiglioncello.
La transizione ecologica così come l’introduzione di nuove tecnologie segnano – viene fatto rilevare – un contesto di profonde trasformazioni: è in questo scenario che la sezione confindustriale Cantieristica e Nautica rilancia il proprio impegno per «sostenere la competitività delle imprese e lo sviluppo del territorio».
Come? Soprattutto su un doppio fronte. L’uno, lo sviluppo di partnership territoriali: «Porti turistici, cantieri, enti formativi, istituzioni e autorità locali sono chiamati a collaborare per costruire un vero ecosistema della nautica, capace di sostenere la competitività delle imprese e di generare valore per tutto il territorio». L’altro, la formazione professionale: «La carenza di tecnici specializzati (saldatori, elettricisti navali, carpentieri, progettisti) è oggi uno dei principali freni alla crescita del settore».
Riguardo a questo secondo elemento l’organizzazione confindustriale annuncia che «intende promuovere, insieme a scuole e istituzioni, percorsi formativi mirati, aggiornati sulle reali esigenze produttive, con un occhio puntato alle nuove tecnologie innovative, e capaci di attrarre i giovani verso le professioni della nautica».
Morganti ha le idee chiare: «Vogliamo costruire un modello associativo moderno, concreto, aperto al dialogo e alla collaborazione, anche con le sezioni delle altre territoriali costiere di Confindustria, in modo da creare un gruppo di interesse comune, che unisca tutto il comparto nautico della costa tirrenica».