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NOMINE AUTHORITY

Addio di Paroli a Livorno, e ora il rebus del nuovo segretario generale

Il complicato risiko nell’estate più lunga della portualità made in Italy

Riunione nel salone Gallanti al primo piano della sede dell’Authoroty livornese: al centro il commissario Davide Gariglio. E’ insieme ad alcuni dei suoi dirigenti: da sinistra, Enrico Pribaz (parzialmente coperto), Fabrizio Marilli e, al di là di Gariglio, Simone Gagliani e Roberta Macii

LIVORNO. Adesso che l’avvocato Matteo Paroli ha i galloni da presidentissimo dell’Authority di Genova (e Savona-Vado), ha messo nero su bianco la lettera di dimissioni dall’incarico di segretario generale dell’istituzione portuale livornese, dove fin da vent’anni fa, nei tempi lontani del post-Marcucci, è stato a più riprese numero due, magari facente funzioni, o qualcosa del genere (salvo ovviamente gli anni ad Ancona).

Ma questo significa che ora si apre una questione per l’Authority livornese: il toto-segretario generale per capire chi prenderà il posto di Paroli. È un aspetto che si intreccia principalmente alle sorti di Davide Gariglio, al timone del sistema portuale di Livorno-Piombino da un mese e mezzo esatto, ma come commissario. La nomina come presidente è in gestazione dalla vigilia della Liberazione, quando il ministro Matteo Salvini l’ha indicato alla Regione Toscana come presidente designato per ottenere l’intesa del “governatore” Eugenio Giani. Sabato 2 agosto il centesimo giorno dopo la designazione formale.

Gariglio ha già alle spalle la parte da sempre più complicata, cioè l’accordo fra ministero e presidente di Regione. Ma stavolta l’ostacolo reale è indirettamente qualcosa che con Livorno ha poco a che fare: lo scontro interno al centrodestra. Quel che rallenta in modo surreale questa tornata di nomine è il doppio passaggio parlamentare in commissione per un parere consultivo che, diciamo la verità, non conta granché: per capire di cosa stiamo parlando basterebbe avere la pazienza di guardare sul canale Youtube del Senato o della Camera lo standard degli interventi politici in alcune di queste sedute…

L’ex segretario generale dell’Authority livornese, Matteo Paroli, da pochi giorni insediato definitivamente come presidente alla guida dell’istituzione portuale di Genova-Savona

Com’è e come non è, fatto sta che il commissario Gariglio è stato promosso anche nel primo round alla Camera: ora manca l’analogo passaggio al Senato e poi il ministro Salvini potrà firmare il decreto di nomina che insedia Gariglio a Livorno come presidente. Finora, in tutta questa sarabanda, l’unico decreto di questo tipo ha riguardato Paroli a Genova.

Ce la faranno i nostri eroi a condurre in porto l’iter prima delle meritate vacanze estive? Difficile prevederlo perché i tempi della politica sono andati a sbalzelloni e, almeno per vedere Gariglio presidente, il caso Livorno in sé non sembra sotto i riflettori, almeno per ora: lo scontro potrebbe riguardare anche il destino di un porto lontano mille chilometri o perfino la trattativa su chi la spunterà come leader del centrodestra alle regionali in Veneto.

Un segnale c’è: lui, il plenipotenziario e braccio destrissimo del ministro Salvini sul fronte dei porti, cioè il viceministro Edoardo Rixi, rinfodera l’ultimatum alle commissioni (o il parere lo date subito o decidiamo da soli, abbiamo giuridicamente il potere di farlo), le sollecita a far presto e sottolinea che bisogna farlo prima che il Parlamento vada in ferie. Tiene il punto ma forse lo tienicchia a metà: l’ultimatum diventa un penultimatum e, insomma, bisogna chiudere questa storia delle nomine. Ma ormai quel “rapidamente”, alla fin fine, si allunga a settembre. Forse solo perché sta parlando con il quotidiano triestino “Il Piccolo”? Certo, la situazione di Trieste fa caso a sé: con l’improvvisa uscita di scena di Gurrieri (si è chiamato fuori da tutto praticamente mentre il suo nome stava passando all’esame della commissione parlamentare), è impossibile trovare in pochissimi giorni la quadra su una nomina da novanta. Però: è solo Trieste o anche qualcos’altro?

Ora è arrivato il Generale Agosto e il Paese va in stand by fino al rientro: una pausa in cui anche la vicenda della portualità precipiterà dentro, probabilmente. Invece, sarebbe già un elemento di ordine perlomeno chiarire i tempi. Gariglio – ma anche Gugliotti o Benevolo o Rizzo, solo per fare qualche nome – ha da aspettare giorni o mesi. Siccome il passaggio in commissione al Senato è l’ultima possibilità di imbrigliare queste nomine e usarle per trattare, ci sono buone ragioni tanto per metterla rapidamente in agenda quanto, soprattutto forse, per ruzzolare nella pausa agostana e rivedersi fra un mesetto, se va bene.

Dunque, se si dovesse capire che la nomina a presidente dovesse slittare di un mese o due, non è escluso che il commissario possa decidere di nominare un numero due facente funzioni. In teoria, è il comitato di gestione che nomina il segretario generale su proposta del presidente: e qui il comitato di gestione non c’è. In concreto: Gariglio è da solo perché manca non c’è segretario generale (dimissioni di Paroli) e non c’è nemmeno comitato di gestione (scaduto da tempo). Però, a fine giugno il ministro ha dato i “superpoteri” tanto a Gariglio come agli altri commissari per consentire loro di funzionare in questa assurda situazione a  bagnomaria.

Colloquio informale a Palazzo Rosciano, sede dell’Authority di Livornio-Piombino: di spalle il commissario Davide Gariglio, con lui i dirigenti (da sinistra verso destra) Roberta Macii, Fabrizio Marilli, Simone Gagliani e Enrico Pribaz

 

Secondo quanto la Gazzetta Marittima ha segnalato già quattro mesi fa (qui il link al corsivo di fine marzo) e successivamente prima di metà giugno (qui il link al secondo articolo), il testa a testa è fra Fabrizio Marilli e Roberta Macii, l’uno è il dirigente del settore demanio e l’altra è la responsabile del settore appalti (ed è la vice di Guerrieri nel vertice della struttura commissariale di nomina governativa per la Darsena Europa). Eventualmente la rosa dei papabili potrebbe essere allargata agli altri due dirigenti che hanno lavorato anche per la struttura commissariale della maxi-Darsena, cioè Enrico Pribaz lato tecnico-ingegneristico e Simone Gagliani lato conti e finanza.

Fra parentesi: è solo una coincidenza se in occasione di qualche passaggio delicato al tavolo di Palazzo Rosciano a fianco di Gariglio si è visto principalmente Marilli?

Beninteso, la nomina potrebbe riguardare qualcuno pescato all’esterno dell’ente: rischia di essere però mal digerito dalla struttura interna. A meno che le pressioni politiche non siano tali da indirizzare la scelta in modo perentorio e definitivo.

A complicare ulteriormente la questione su Livorno è il fatto che qui c’è un terzo ruolo importantissimo sul quale prendere una decisione: la guida della struttura commissariale della Darsena Europa. È una nomina che ha in mano per intero il governo: attualmente è in mano a Luciano Guerrieri e in realtà non è a scadenza, dunque potrebbe benissimo andare avanti senza nessun cambiamento. Però dalla sponda della politica non sono mancati approcci di questo tipo: se la presidenza dell’Autorità di Sistema è andata a un esponente dem, ora il segretario generale e/o il vertice della struttura commissariale dev’essere  indicato da noi del centrodestra, che siamo anche maggioranza di governo. Questo come si tradurrà?

Luciano Guerrieri è commissario straordinario per la realizzazione della Darsena Europa: qui alla cerimonia della posa della prima pietra delle nuove dighe foranee del porto di Livorno

Non è tutto. Resta da capire se venisse paracadutato qualcuno da fuori, magari per logiche di appartenenza, da un lato come segretario generale e dall’altro al timone come commissario per la maxi-Darsena, ci si ritroverebbe con un tris del tutto nuovo e del tutto esterno alla città. Ma il punto non sono le etichette e i certificati di nascita: il nuovo Prg portuale, qualunque giudizio se ne dia, è arrivato dopo sessant’anni grazie a un genovese (Giuliano Gallanti) e a un romano (Massimo Provinciali).

Detto per inciso: fino a poche settimane fa la struttura commissariale della maxi-Darsena e l’Authority di Livorno coincidevano nella figura di Luciano Guerrieri, ora gli ambienti più revanscisti della maggioranza potrebbe covare l’idea che la struttura commissariale possa diventare lo strumento per svuotare il peso di Palazzo Rosciano. In verità, serve che le due realtà remino nella stessa direzione in nome degli interessi del porto anziché essere feudi dell’una o dell’altra sponda politica, che lavorano più per mettere in difficoltà la controparte che per realizzare qualcosa. Ma questa è già un’altra storia.

Mauro Zucchelli

Fabrizio Marilli: a Palazzo Rosciano si occupa di lavoro portuale, demanio e patrimonio

Pubblicato il
1 Agosto 2025
di MAURO ZUCCHELLI

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