I frantoi oleari aspettano da mesi i fondi Pnrr per l’ammodernamento
Le associazioni di categoria: più sprint o rischiamo di non fare in tempo
ROMA. Dal piano Pnrr sono stati destinati all’ammodernamento dei frantoi oleari «100 milioni di euro a favore di oltre 516 beneficiari in tutta Italia»: i soldi sono lì, i nomi ci sono. Eppure l’iter sta avendo intoppi_ «In molte regioni l’istruttoria delle domande di pagamento, comprese quelle per l’anticipo del 30%, non risulta ancora completata», e questo «sta generando forti rallentamenti nell’avvio degli investimenti da parte dei frantoi, che senza le somme previste non possono ricevere i nuovi impianti dalle aziende costruttrici».
A far suonare la sirena d’allarme è il fronte delle principali associazioni del comparto oleario (Aifo, Assofrantoi, Foa Italia e Frantoi Confartigianato): hanno presentato una richiesta congiunta di audizione alla commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Destinatario l’assessore della Regione Veneto, Federico Caner, in qualità di coordinatore della commissione. Obiettivo: è urgente «fare chiarezza sullo stato di attuazione» del provvedimento.
Le quattro sigle del comparto oleario richiamano il segreto del ministero dell’agricoltura n. 279219 che risale al 21 giugno dello scorso anno: è quello che assegna i 100 milioni di euro a più di mezzo migliaio di realtà distribuite nel Paese. Viene segnalato che i beneficiari si trovano in «una situazione particolarmente delicata»: da un lato, c’è «l’imminente inizio della nuova campagna olearia»; dall’altro, il 31 gennaio prossimo («fissato dal decreto n. 15068 del 12 gennaio 2024») è la scadenza per il completamento degli investimenti. Ecco l’allarme: «Il rischio concreto è che molte imprese non riescano a rispettare le scadenze, compromettendo il risultato dell’intervento pubblico e l’effettiva modernizzazione degli impianti di trasformazione».
La richiesta di audizione – viene spiegato – ha l’obiettivo di «promuovere un confronto costruttivo con le Regioni per verificare lo stato di avanzamento delle attività amministrative e superare eventuali criticità procedurali, con spirito di collaborazione e trasparenza».
«Le imprese hanno fatto la loro parte», dicono i presidenti delle quattro associazioni: «Ora c’è bisogno che anche le amministrazioni completino le attività necessarie affinché le risorse possano davvero arrivare a chi ne ha diritto». Si dicono fiduciosi nel confronto con le Regioni e il ministero nel lavoro che ciascuna sta portando avanti, ma – avvertono – «è fondamentale garantire tempi certi e regole chiare per tutelare chi ha investito in fiducia, innovazione e sostenibilità».