Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti
MASTRO D'ORO

Olio superstar, domina la Puglia

In Toscana detta legge il Frantoio di Santa Tea

L’iniziativa del “Mastro d’Oro”: foto di gruppo per i protagonisti dell’evento

ROMA. È  stato premiato con il Mastro d’Oro Regione Toscana il Frantoio di Santa Tea di Reggello (Firenze): si è aggiudicato il riconoscimento grazie alla sua etichetta Bio Igp, simbolo di eccellenza nella produzione di olio extravergine di oliva certificato sotto il segno della qualità, della tracciabilità e dell’impegno per la sostenibilità che da anni contraddistinguono il lavoro dello storico frantoio fiorentino.

Siamo nell’ambito della settima edizione del concorso nazionale Mastro d’Oro, promosso dall’Associazione Italiana Frantoiani Oleari (Aifo) e dall’Associazione Frantoiani di Puglia, l’unico in Italia riservato esclusivamente ai frantoiani, con l’obiettivo di valorizzare il loro ruolo nella filiera dell’olio extravergine.

Tra tutti gli oli in concorso provenienti dalla Toscana – è  stato detto – il Frantoio di Santa Tea ha primeggiato a livello regionale, distinguendosi per «il suo profilo sensoriale, la coerenza con le certificazioni di origine e la qualità artigianale della lavorazione, profondamente legata al territorio e alla tradizione frantoiana toscana».

A livello nazionale il podio è  tutto pugliese: al primo posto l’etichetta Natyoure del Frantoio Oleario Mossa Domenica di Sannicandro (Bari), la seconda piazza è  andata a Trisole de Il Frantolio di D’Amico Pietro di Cisternino (Brindisi), il podio è completato dal bronzo dell’Azienda Agricola Il Mandrione di Vieste (Foggia) con le etichette Tenute Mandrione, Riserva, Gria Bio Dop.

I vincitori sono stati selezionati dal “comitato di assaggio” dell’Università di Bari, riconosciuto dal ministero, attraverso una valutazione basata su criteri scientifici e oggettivi. Oltre ai premi assoluti e regionali, sono stati assegnati anche i riconoscimenti Mastro d’Oro Monocultivar, dedicati agli oli ottenuti da una sola varietà, oltre a diverse menzioni d’onore per oli di altissimo livello qualitativo.

«Un olio Dop, Igp o biologico – dice Alberto Amoroso, presidente di Aifo – nasce dalla visione e dalla cura di chi opera nel frantoio. Tracciabilità, sostenibilità, qualità certificata: oggi l’extravergine non può prescindere da questi valori. Il Mastro d’Oro vuole premiare chi li incarna ogni giorno».

«Il frantoio – aggiunge Stefano Caroli, presidente di Afp – è un presidio culturale e ambientale. Il podio tutto pugliese dimostra che la nostra terra resta un punto di riferimento per la qualità e l’innovazione nel settore».

A gennaio  alla Fiera del Levante di Bari sarà consegnato il premio speciale “Mastro d’Oro 2025” nel corso di Evolio Expo, il grande appuntamento dedicato all’innovazione olivicolo-olearia.

Il concorso Mastro d’Oro – viene fatto rilevare – si inserisce nel più ampio impegno di Aifo, in collaborazione con Cna e altri attori del comparto olivicolo. Tra questi, Italia Olivicola, la principale “Aop” del settore, con cui Aifo condivide «obiettivi comuni nella valorizzazione dell’olio di qualità, anche grazie ai programmi operativi cofinanziati dall’Unione Europea, che puntano a rafforzare l’integrazione tra produzione agricola e trasformazione, promuovere la tracciabilità, la sostenibilità ambientale e la formazione degli operatori».

Pubblicato il
9 Agosto 2025

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio