Ancona, a 5 anni dal rogo si fa tabula rasa dei capannoni distrutti
Le aree in porto all’ex Tubimar saranno destinate a polo per gli yacht

L’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico Centrale ha sede a Ancona
ANCONA. Demolire i capannoni rimasti gravemente danneggiati nel rogo divampato di notte nel settembre di cinque anni fa nel porto di Ancona: è il passaggio indispensabile per riuscire a recuperare alla piena operatività l’area ex Tubimar. La superficie totale interessata dalle operazioni di demolizione è di 15.260 metri quadri. Secondo le previsioni dei tecnici dell’ente, i lavori dovrebbero durare quattro mesi e mezzo.
Per questa ragione l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale guidata da Vincenzo Garofalo ha varato un bando di gara che ha una base d’asta pari a circa 730mila euro: chi vuol farsi avanti deve farlo entro il prossimo 2 ottobre.
La procedura di gara scelta – viene fatto rilevare – è quella che mette al centro «l’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo». È da aggiungere che è stata prevista, qualora possibile, «la valorizzazione delle parti di metallo che potranno essere riciclate», come recita l’annuncio dell’istituzione portuale.
Dal quartier generale dell’Authority marchigiana si mette in evidenza che non si tratta solo di eliminare una struttura in degrado e inutilizzabile: in virtù dell’atto di indirizzo deliberato dal comitato di gestione (qui il link all’articolo della Gazzetta Marittima sulla scelta fatta nel giugno dello scorso anno) – si sottolinea – una volta liberate dai rottami e dai ruderi, tali aree verranno coinvolte in un ulteriore bando. Obiettivo: insediare attività connesse alla cantieristica degli yacht.
ARCHIVIO: qui il link all’articolo della Gazzetta Marittima del settembre 2020: si raccontano le conseguenze del rogo che ha devastato una parte dell’area ex Tubimar
Il presidente Vincenzo Garofalo vede in questa demolizione l’intervento più atteso per la piena funzionalità dell’area ex Tubimar: «Consentirà di fare “tabula rasa” dei ruderi del grave incendio di cinque anni fa e rendere di nuovo pienamente produttivi questi spazi, a servizio della comunità della nautica di lusso. È un’ulteriore risposta alle aspettative degli operatori del porto di Ancona per la crescita dello scalo».

Vincenzo Garofalo, presidente dell’Authority di Ancona