Porto di Taranto, non torna il deserto ma le istituzioni alzano la guardia
La notizia del trasferimento dell’ultima linea container è «nata da un equivoco»

Porto di Taranto: panoramica dall’alto
TARANTO. Il commissario straordinario Giovanni Gugliotti si è appena messo al timone del porto di Taranto e la prima patata bollente è saltata fuori: a tambur battente i vertici dei sindacati Cgil, Cisl e Uil del territorio hanno bussato alle porte dell’istituzione portuale per chiedere «un incontro urgentissimo», appena sui giornali online nazionali e internazionali è saltata fuori la notizia che i francesi di Cma Cgm avevano deciso di portare via da Taranto, spostandola a Salerno, anche l’ultima linea container (Bora Med) che tocca regolarmente il terminal di Taranto gestito da San Cataldo Container Terminal srl, controllato dalla holding Yilport del magnate turco Yüksel Yıldırım (che proprio di Cma Cgm è socio di minoranza).
È da capire quanto assordante fosse il campanello d’allarme per i sindacati e per la città. Basti pensare a due cose:
- Taranto deve fare i conti con i guai dell’ex Ilva che, da un lato, non riesce più neanche a promettere lavoro in cambio di un occhio chiuso sul fronte dell’inquinamento e, dall’altro, ha un ambiente compromesso dall’impatto di un apparato industriale gigantesco e vecchio.
- La diversificazione per uscire dal tutto-Ilva era stata tentata cercando di far “volare” i traffici del porto: ma, forse per la mancanza di sufficienti dragaggi, forse per il venir meno di alleanze internazionali o forse per chissà cos’altro, i maxi-investimenti pubblici sulle banchine hanno lasciato grandi infrastrutture e i moli ugualmente quasi vuoti. Un incubo dal quale si stava cercando di uscire proprio mettendosi nelle mani del gigante turco.
In realtà, come reso noto già da “Shipping Italy”, la testata online genovese che aveva rilanciato in Italia la notizia del disimpegno di Cma Cgm, la compagnia francese ha detto che Taranto resta sulla rotta del collegamento e che tutto è nato da un equivoco (un aggiornamento rimasto a metà di quanto schedulato sul proprio sito). Che sia così o soltanto una scusa dopo esser tornati sui propri passi, fatto sta che Gugliotti ha riferito della «smentita diretta sia dell’armatore che della stessa Yilport Taranto che ha ribadito la volontà di proseguire le proprie operazioni nel terminal di Taranto».
Per avere un’idea del livello di allarme con cui viene seguita la questione, è sufficiente ricordare che alla riunione fra sindacati e Authority hanno preso parte – spiega una nota dell’ente portuale tarantino – anche i rappresentanti delle principali istituzioni del territorio, a cominciare dal sindaco Piero Bitetti, dal presidente della Provincia Gianfranco Palmisano e dal parlamentare Ubaldo Pagano («hanno accolto l’invito a collaborare per tutelare e valorizzare il porto come infrastruttura strategica per il territorio e per il sistema economico regionale»).
Del resto, è stato proprio Gugliotti – che nel curriculum ha l’esperienza da amministratore locale (sindaco di Castellaneta e presidente della Provincia di Taranto) – a cercare di raccogliere le istanze del territorio e presentarsi agli interlocutori, a partire dal colosso turco Yilport, con una posizione chiara e comune attorno alla quale fare quadrato.
«L’incontro si è svolto in un clima di massima collaborazione, durante il quale sono state poste sul tavolo le principali criticità da risolvere per garantire lo sviluppo e la piena operatività dello scalo jonico», viene sottolineato dal quartier generale dell’istituzione portuale. È da aggiungere che inoltre sono state analizzate «le principali progettualità e gli ambiti da sviluppare che, in maniera sinergica, dovranno confluire in un piano di sviluppo strategico del porto che coinvolga tutti gli attori interessati». Semaforo verde anche per l’idea di istituire «un tavolo permanente tra istituzioni e sindacati, anche nell’ottica della redazione di un accordo di programma che comprenda non solo il porto di Taranto, ma l’area vasta jonica».

Authority di Taranto: il faccia a faccia con istituzioni e sindacati
Per il commissario straordinario Giovanni Gugliotti la riunione è stata «un momento fondamentale di confronto e collaborazione tra istituzioni, e sindacati, un atto necessario per affrontare con unità e responsabilità le criticità legate ai traffici commerciali del porto di Taranto». Se si considera lo scalo come un’infrastruttura strategica per il territorio e per l’intera area jonica, è indispensabile instaurare – viene fatto rilevare – «una rete territoriale permanente, basata su un dialogo costante e sulla condivisione di scelte e responsabilità che riguardano non solo il porto ma tutta l’economia del territorio jonico». Da non dimentisre che risulta prioritario «intercettare le progettualità e valorizzare le vocazioni portuali, elementi chiave che rappresentano il futuro e la crescita del nostro porto».
A giudizio del deputato pugliese Ubaldo Pagano, il dialogo costante è «l’unico antidoto ai mali datati del Porto di Taranto: la transizione verso uno sviluppo delle attività portuali, oltre la dipendenza dalle attività siderurgiche, richiede un’accelerazione sulle bonifiche ed i dragaggi, oltre ad un disegno complessivo sulla natura dello sviluppo economico di tutta l’area jonica».
Dal presidente della Provincia di Taranto, Gianfranco Palmisano, arriva la richiesta di «mantenere aperto e costante un dialogo tra istituzioni»: ricorda di aver proposto la creazione di «un tavolo permanente, che coinvolga tutte le parti interessate, per garantire un monitoraggio continuo e una condivisione trasparente delle scelte e delle linee di sviluppo del porto».
«L’amministrazione comunale – queste le parole del sindaco di Taranto, Piero Bitetti – è pronta a fare la nostra parte, mettendo in campo tutte le energie e le competenze necessarie per valorizzare le potenzialità del nostro scalo e rafforzarne il ruolo nei circuiti internazionali della logistica». Ben venga dunque – aggiunge – che il dialogo divenga «una prassi stabile: il futuro del porto è il futuro di Taranto».