Troppo caldo in ufficio, la Fp-Cgil chiede di puntare sullo smart working
Fino a due giorni alla settimana (ma anche ingressi anticipati alle 7)

Mauro Scalabrini, segretario provinciale Fp-Cgil
PORTOFERRAIO (Livorno). Il Comune elbano di Portoferraio non ce la fa a garantire ai propri addetti di poter stare in ambienti di lavoro senza patire disagi per l’ondata di caldo? Il sindacato Fp-Cgil ha chiesto allora di «permettere ai dipendenti fino a settembre di anticipare l’ingresso alle ore 7 e di poter usufruire per massimo due giorni alla settimana dello smart working». Ma a queste proposte – denuncia il sindacato – l’amministrazione comunale ha risposto picche, «dimostrando una inaccettabile rigidità». A giudizio di Mauro Scalabrini, segretario provinciale della Cgil funzione pubblica, è «una posizione inconcepibile: tali misure – afferma – non avrebbero affatto influito né sulla produttività dei lavoratori né sulle previsioni di spesa».
Il Comune – riferisce il sindacalista – invece ha «concesso solamente di non rientrare in turno per due pomeriggi a settimana (le ore mancanti saranno recuperabili entro novembre)».
Eppure – riflette il dirigente sindacale – lo scorso giugno il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha emanato un’importante ordinanza per tutelare i lavoratori dai rischi legati al calore: se è vero che l’ordinanza non riguarda i dipendenti degli uffici pubblici, è pur vero che i principi in essa contenuti non possono essere snobbati, soprattutto se si parla di ambienti di lavoro in cui a causa di criticità strutturali è difficile garantire temperature accettabili».
Proprio riprendendo il senso dell’ordinanza regionale e prestando attenzione a quanto prevede il Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, l’organizzazione di categoria di casa Cgil chiede al Comune elbano di «rivedere la propria posizione e di tutelare adeguatamente i propri dipendenti».