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AMBIENTI DI LAVORO

Industria e catena logistica hanno bisogno di una tecnologia anti-urto

Panasonic: altolà a guasti e sprechi di tempo con i dispositivi “rugged”

MILANO. I normali dispositivi tecnologici sono «fino a 4 volte più soggetti a guasti» rispetto a quelli “rugged”, cioè specificamente realizzati per essere più resistenti e sopportare l’uso in ambienti “duri” e ostili come quelli industriali. Lo dice una ricerca condotta da Venture Development Corp (Vdc) citata da Panasonic per sottolineare che «l’adozione di tecnologie “rugged” nei magazzini permette alle aziende di aumentare produttività ed efficienza, migliorando operazioni quotidiane e prestazioni nella catena logistica».

A prestare fede all’indagine di Vdc, i lavoratori perdono in media 75 minuti di produttività quando un dispositivo mobile è soggetto a un guasto. Si aggiungano che l’impatto è «significativamente più ampio in termini di sostituzioni frequenti e interruzioni del lavoro». Di più: l’analisi basata su «oltre 250 utenti aziendali in ambienti industriali» ha evidenziato che, «nonostante il costo iniziale più alto», i dispositivi “rugged” hanno «un costo totale di proprietà (Tco) inferiore grazie al ridotto numero di interventi per supporto, assistenza, sostituzioni e “downtime”».

Panasonic Connect rivendica una «esperienza trentennale nel settore» come «conferma che i dispositivi “rugged” aiutano a semplificare e migliorare il flusso del lavoro, riducendo al minimo i tempi di fermo delle apparecchiature». In particolare, nel campo della catena logistica  i carrelli elevatori – viene fatto rilevare – sono diventati un punto focale dell’automazione, con la promessa di un aumento della produttività del 25 per cento. La tecnologia “rugged”, come i tablet e i laptop, costituisce «il supporto ideale per una flotta di carrelli elevatori automatizzati, visualizzando informazioni sulla posizione, il posizionamento e la priorità degli ordini dei prodotti e condividendole tramite Wi-Fi o 4G per comunicazioni e scambio di dati in tempo reale».

«L’integrazione di dispositivi “rugged” direttamente sui carrelli elevatori – dice Francesco Magallo (Panasonic Connect) –  rende possibile una serie di benefici fondamentali per le aziende. In primis, la digitalizzazione dei flussi operativi, con raccolta dati in real time e sincronizzazione continua dei processi: le task possono essere assegnate e i programmi modificati in tempo reale, i dati sul completamento dei lavori possono essere trasmessi immediatamente senza bisogno di copie cartacee e i calcoli delle scorte in tempo reale sono accurati e rapidi».

L’azienda mette l’accento sul fatto che l’implementazione di questi dispositivi permette anche «una tracciabilità più accurata, con opzioni integrate come lettori di codici a barre e lettori Rfid, batterie “hot-swap” e “docking” flessibili che consentono di spostarsi con un dispositivo dal carrello elevatore alla scrivania e minimizzare i tempi di inattività, grazie a dispositivi progettati su misura resistenti a urti, vibrazioni, polvere e variazioni termiche, con sostituzione di moduli anziché dell’intero apparecchio».

Da parte dell’azienda si segnala che il gruppo Panasonic è passato a un sistema di società operative già dal 2022: con Panasonic Holdings Corporation che funge da holding e otto società posizionate sotto il suo ombrello. A livello di gruppo il fatturato netto consolidato ammonta a 54,12 miliardi di euro.

Pubblicato il
26 Agosto 2025

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